Mollusco allo stato vivo pescato lungo il litorale costiero regionale.
Territorio interessato alla produzione: Tutto il territorio marino del Friuli Venezia Giulia in corrispondenza di fondali rocciosi e/o con presenza di pietrame e substrati solidi.
Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
La pesca del “mussolo” avviene ormai, causa la scarsità della risorsa disponibile, solamente a mano, ad opera di alcuni operatori subacquei autorizzati. Tramite immersioni su alcuni punti prestabiliti, l’operatore subacqueo professionista stacca, con una particolare operazione manuale rotatoria e per mezzo di un apposito coltello , i mussoli da rocce e substrati duri a cui essi sono attecchiti.
Cenni storici e curiosità
La pesca dei mussoli, di vecchissima tradizione, era improntata attraverso brevi strascicate con un attrezzo specifico “il mussoler”, rastrello metallico munito di sacco terminale in rete. Per decenni importantissima fonte di reddito per molti pescatori triestini, la pesca del mussolo ha subito una drastica diminuzione alla fine degli anni cinquanta quando, a causa di una improvvisa malattia, l’imponente stock di molluschi presente nell’Alto Adriatico fu decimato. Negli anni sessanta, seppure con risultati sempre più scarsi, la pesca del mussolo proseguì, fino ad esaurire i pochi banchi rimasti. L’ultimo mussoler in esercizio cessò l’attività nel 1967.
Da allora l’unica forma di pesca del prelibato mollusco, tanto caro ai triestini, è rimasta quella della raccolta a mano ad opera di palombari prima e pescatori subacquei in seguito.
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