È soffice come una nuvola anche se si chiama schiacciata: hai mai sentito parlare della schiacciata alla fiorentina?
Solo a nominarla, si sente subito profumo di arancia, si vede quella sua inconfondibile superficie dorata spolverata di zucchero a velo, con il classico giglio di Firenze disegnato sopra. Perchè senza giglio secondo la tradizione non si può parlare di vera schiacciata alla fiorentina.
Si dice che la schiacciata alla fiorentina nacque in Via dei Calzaioli a Firenze, dalle capaci mani delle suore che vivevano tra le mura del convento, e la leggenda narra che fosse l’ultimo pasto dei condannati a morte.
È un dolce semplice e profondamente legato alla tradizione toscana, in particolare al Carnevale, quando le case profumano di agrumi e la cucina si fa festa. Nonostante sia un dolce carnevalesco, nelle pasticcerie di Firenze e soprattutto nella storica Pasticceria Gilli la trovi e la mangi tutto l’anno, sia vuota che farcita con crema chantilly.
A differenza di tanti altri dolci carnevaleschi, ricchi di creme e fritti nell’olio, la schiacciata alla fiorentina si distingue per la sua leggerezza e sofficità. È un dolce da forno, un pan di Spagna basso e rettangolare, profumato all’arancia, con una consistenza morbida e umida che conquista al primo morso. Non lasciarti ingannare dalla sua semplicità: quando è fatta bene, la schiacciata alla fiorentina è pura poesia. Alta il giusto, con una mollica soffice e un sapore che riesce a essere delicato e aromatico allo stesso tempo.
Schiacciata alla fiorentina, cosa sapere
Come in molte ricette della tradizione, la chiave del successo sta nei dettagli. Le uova devono essere montate a lungo con lo zucchero, fino a diventare chiare e spumose: è quello che dà struttura e leggerezza al dolce. Poi si aggiungono con delicatezza gli ingredienti liquidi, e infine farina e lievito setacciati.
Ci sono tanti piccoli segreti da conoscere e accorgimenti da seguire per ottenere un risultato perfetto, ad esempio impastare rigorosamente con lievito madre e usare la scorza d’arancia fresca.
La cottura è altrettanto importante: forno statico, temperatura non troppo alta (intorno ai 170–180°C), e occhio a non farla asciugare troppo. Una volta sfornata, va fatta raffreddare e spolverata con zucchero a velo (anche se non troppo). Come si diceva, non può mancare il giglio di Firenze, disegnato con uno stencil e un po’ di cacao. Per la precisione, il cacao deve essere spolverato solo all’interno del giglio e non altrove.
Servita con un tè caldo o un vin santo, la schiacciata alla fiorentina è il dolce perfetto per una merenda, una colazione o anche per concludere una cena in bellezza. È uno di quei sapori che raccontano una storia, che parlano di nonne, di Carnevali passati, di panetterie piene di profumi familiari.
Un dolce che, come spesso accade in Toscana, unisce la sobrietà alla bontà vera. E che ti fa capire, morso dopo morso, quanto poco serva per essere felici a tavola.
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