Tra le antiche strade della Valle di Comino, in uno degli angoli più suggestivi del Lazio, sorge il piccolo borgo di Alvito. Situato tra le colline e con meno di 2500 abitanti, a prima vista Alvito potrebbe sembrare solo uno dei tanti, meravigliosi, paesini italiani. Tuttavia dietro quest’apparenza così tranquilla, si cela una tradizione culinaria centenaria, grazie alla quale ogni anno ad Alvito si producono più torroni che abitanti. Il celebre torrone di Alvito, specialità dolciaria di assoluta squisitezza, ha da tempo ormai valicato i confini del Lazio ed ha una storia oltre che affascinante, molto ben radicata nella cultura e nelle tradizioni locali.
diversi gusti di torrone
Alvito, piccolo comune in provincia di Frosinone, vanta una tradizione di torroni e torroncini che risale a più di tre secoli fa. Nonostante sul territorio manchino i mandorli, i cui frutti sono fondamentali per la preparazione del torrone, l’ingegnosità e la creatività degli abitanti hanno permesso a questa tradizione di prosperare ed evolversi. Le principali custodi di questa antica eredità sono due pasticcerie storiche: Macioce e Di Tullio, che attirano costantemente golosi da tutta Italia.
Proprio la passione e la dedizione di questi abilissimi artigiani locali hanno trasformato questi dolci in un’icona della gastronomia locale. In particolare la pasticceria Macioce, ha giocato un ruolo fondamentale nel perpetuarsi della tradizione del torrone di Alvito. Fondata ai primi del ‘900 da Vittorio Macioce, maestro pasticciere che ha perfezionato la sua arte dolciaria a Roma, la pasticceria ha introdotto alcune innovazioni che hanno arricchito ulteriormente questa antica tradizione. Una su tutte, l’uso del cioccolato, ingrediente fino ad allora non contemplato nella produzione del torrone locale.
Varianti del torrone
La base del torrone di Alvito, è la pasta reale, meglio conosciuta come pasta di mandorle, realizzata con mandorle, acqua e zucchero. La variante tradizionale di Alvito, propone anche una copertura di glassa di zucchero e l’utilizzo dei canditi, che conferiscono al dolce una consistenza davvero caratteristica, come del resto il sapore. Grazie alle innovazioni introdotte da Vittorio Macioce e in particolare l’aggiunta del cioccolato fondente, ha dato vita al torrone Regina, una squisita prelibatezza a base di pasta reale bianca con pinoli, ricoperta per la prima volta da un cioccolato fondente finissimo. Questa aggiunta fa in modo che l’intensità del cacao bilanci in modo perfetto la dolcezza delle mandorle, creando un’armonia di sapori che ha già conquistato tutti. La pasticceria Macioce nel tempo ha ampliato molto la gamma di torroni che produce, includendo varianti con pistacchi di Bronte, nocciole del Piemonte IGP e addirittura un rum invecchiato.
Torrone al cioccolato
Nato e cresciuto ad Alvito, Vittorio Macioce una volta tornato ha portato con sé le competenze acquisite a Roma, dove aveva lavorato presso il prestigiosissimo Caffè Latour. Ed è appunto la sua passione per il cioccolato a dare vita ad una nuova versione del torrone: la combinazione di pasta reale e cioccolato fondente è diventata la firma distintiva della Pasticceria Macioce, che da allora ha continuato il suo percorso di innovazione senza dimenticare mai le radici da cui proviene. Infatti oggi la pasticceria è gestita dalle nipoti di Vittorio, Paola ed Eleonora Macioce, che con la loro creatività continuano ad ampliare la gamma di torroni proposti. La missione che portano avanti è quella di continuare a sperimentare nuovi gusti e ingredienti, per creare dolci e varianti del torrone sempre più raffinate.
I torroni e i torroncini prodotti ad Alvito sono ormai diventati il simbolo di una cultura che ha saputo mantenere intatte le proprie radici senza rinunciare all’innovazione costante. Sotto il periodo natalizio, il torrone di Alvito diventa super ricercato e un regalo apprezzatissimo, ma grazie alla produzione continua si può assaggiare questa specialità tutto l’anno, scoprendo e assaporando tutte le numerose varianti. Una visita ad Alvito potrebbe essere l’occasione perfetta per lasciarsi tentare da queste specialità gastronomiche e da tutte le storie che rivivono attraverso di esse. Ma soprattutto, possiamo davvero scoprire perché in questo piccolo borgo del Lazio si contano ogni anno più torroni che abitanti.
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