Nato per necessità e utilizzato un tempo per testare la temperatura dei forni, si nasconde nella bassa mantovana un gioiello gastronomico ancora poco conosciuto: il luadel. Questo pane sfogliato, ricco di strutto, vanta una storia affascinante e profondamente radicata nelle tradizioni contadine mantovane. Tra le nebbie che avvolgono le campagne e le caratteristiche cascine di cui è costellato il paesaggio, il luadel è diventato pian piano una vera specialità, conservata e tramandata grazie alla passione di alcuni artigiani panettieri del luogo.
Pomponesco
Gli ingredienti del luadel sono semplicissimi: farina, acqua, strutto, lievito e sale. La preparazione però richiede molta cura e attenzione, per ottenere un panetto sfogliato perfetto, fragrante e saporito, come racconta Mentore Negri, proprietario del forno storico “Il Cesto” di Pomponesco che insieme alla moglie Virna ha deciso di riportare in vita e valorizzare questa antica ricetta.
Mentore dice di essere stato sollecitato nel 2005 dall’allora presidente della Pro Loco, a restituire a questo prodotto d’eccellenza un posto d’onore nel panorama gastronomico locale. Informandosi tra le signore più anziane, custodi dell’antica ricetta, e ricercando ricordi e aneddoti per rimanere il più fedele possibile al luadel originale, Mentore ha dato il via alla rinascita di questo prodotto da forno. Il segreto del luadel sta tutto nella sua lavorazione: l’impasto viene steso sapientemente col mattarello e unto con lo strutto, formando una sfoglia che una volta cotta, presenta una consistenza croccante e un sapore ricco e avvolgente.
Impasto sul mattarello
La storia del luadel è davvero affascinante, radicata nelle necessità pratiche delle comunità rurali. Nelle cascine della bassa mantovana un tempo, questo pane veniva eseguito con i ritagli dell’impasto, stesi col mattarello e unti con lo strutto. Anticamente il luadel aveva un utilizzo ben preciso: testare la temperatura del forno. Quando il luadel assume un bel colorito, le donne sapevano esattamente che il forno ha raggiunto la giusta temperatura per cuocere il pane.
Infatti in un’epoca in cui non ci si potevano permettere errori in cucina per non sprecare risorse preziose, le donne che si radunavano attorno ai forni collettivi dovevano essere sicure di non sbagliare per non buttare neanche un grammo del prezioso impasto. Il luadel veniva poi dato ai bambini, ma con il tempo assume un ruolo sempre più importante. Onnipresente alle feste e ai matrimoni, il luadel non ha una ricetta codificata ma viene eseguito da ogni famiglia a suo modo, con varianti che ne arricchiscono la storia e il sapore.
Panetteria “Il Cesto”[foto panetteriailcesto.it / solo uso editoriale]
Oggi il luadel non è più un ricordo del passato, ma una prelibatezza riscoperta e valorizzata. Grazie alla trattoria Cavalier Santini e al panificio Il Cesto di Pomponesco, un delizioso borgo composto da stradine e canali sul fiume Po, questa delizia continua ad essere parte integrante della cucina locale. La forma del luadel può variare, il panificio Il Cesto lo propone in una versione rettangolare, ma non è raro trovarlo anche tondo. Quello che invece non cambia è il suo sapore unico e caratteristico, che ci racconta dei tempi in cui ogni ingrediente era considerato prezioso e veniva valorizzato al massimo.
Per chi desidera avvicinarsi a questa antica tradizione ed assaporare il luadel, non esiste modo migliore per farlo che accompagnarlo con salumi locali, come il culatello di Zibello o la coppa, insieme ai quali il luadel esprime al meglio la sua essenza. Il luadel è uno dei tanti esempi nel vastissimo panorama gastronomico italiano, di una terra che ha saputo conservare e valorizzare i suoi tesori culinari. Storie secolari che ci raccontano di ingegno, passione e amore per il territorio.
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