In Italia, tra le colline e i pittoreschi borghi delle Marche, si cela un segreto che profuma di anice e storia: il mistrà. Questo liquore, spesso definito il “rum italiano“, è molto più di una semplice bevanda alcolica; è un simbolo di tradizione, cultura e resilienza. Con radici che affondano nel XIII secolo e un legame profondo con la Serenissima Repubblica di Venezia, il mistrà continua a incantare chi ha la fortuna di assaporarlo. Scopriamo insieme cosa rende questo elisir così speciale e perché merita un posto d’onore nelle nostre dispense.
liquore a base di anice
Il mistrà è un liquore a base di anice, caratterizzato da un gusto secco e un aroma potente che lo rendono inconfondibile. Questo liquore può essere paragonato all’ouzo greco, con cui condivide alcune similitudini, ma si distingue per le sue peculiarità uniche. Tradizionalmente, il mistrà è prodotto artigianalmente, utilizzando vino avanzato dalle navi e dalle osterie, aromatizzato con anice ed erbe raccolte lungo le coste dell’Adriatico e della Laguna veneziana.
Oggi, il mistrà viene apprezzato come digestivo, perfetto per esaltare il sapore del caffè o per essere gustato diluito in acqua, ghiaccio, succo o sorbetto di frutta. La sua versatilità lo rende ideale anche per la preparazione di cocktail e long drink. Inoltre, grazie alla sua natura 100% naturale e alla sua intensa componente aromatica, il mistrà è un ingrediente eccellente per dolci e biscotti, aggiungendo un tocco unico e inaspettato alle creazioni culinarie.
Ouzo greco
Le radici del mistrà affondano nella storia antica, in un’epoca in cui Venezia era una potenza marittima e commerciale. La nascita del mistrà è strettamente legata alla Repubblica di Venezia e alla conquista della città greca di Mystrás, nel Peloponneso. Fu durante queste incursioni che i veneziani scoprirono una bevanda simile all‘ouzo, che portarono in Italia dandole il nome della città conquistata.
Un ruolo fondamentale nella diffusione del mistrà lo giocò il doge Lorenzo Tiepolo, podestà veneziano di Fermo nel XIII secolo. Fu lui a introdurre il mistrà nelle Marche, dove iniziò a essere prodotto localmente. La ricetta originale, risalente al XIII secolo, prevedeva l’uso di vino avanzato dalle navi e dalle osterie, aromatizzato con anice ed erbe locali. Il liquore divenne presto la bevanda di bordo delle navi veneziane, diffondendosi in ogni porto del Mediterraneo.
Con il passare dei secoli e le dominazioni austriache e francesi, la popolarità del mistrà iniziò a declinare. Tuttavia, nelle Marche, la tradizione del mistrà sopravvive grazie alla passione e all’intraprendenza di alcuni imprenditori locali. Tra questi, Girolamo Varnelli, che alla fine dell’Ottocento riscoprì la ricetta e creò il famoso Anice Secco Speciale, un prodotto marchigiano che ancora oggi rappresenta un’eccellenza regionale.
semi di anice
Oggi, il mistrà vive una nuova stagione di gloria, grazie all’impegno di imprenditori e appassionati che hanno riscoperto e valorizzato questo tesoro liquido. Nelle Marche e nel centro Italia, il mistrà è ancora vivo e vegeto, con marchi storici come Varnelli e Pallini che continuano a produrlo e diffonderlo in Italia e nel mondo.
A Venezia, il merito della riscoperta del mistrà va a Fabio Busetto, storico del food veneziano. Insieme a un piccolo produttore casalingo marchigiano, Busetto ha creato il Mistrà 1267, un omaggio alla tradizione che non viene venduto al dettaglio ma condiviso in locali selezionati. Questo approccio, che richiama l’antica pratica dei marinai, rende l’esperienza del mistrà ancora più autentica e affascinante.
Se non hai mai provato il mistrà, è giunto il momento di rimediare. Questo liquore versatile può essere gustato in vari modi, ciascuno capace di esaltare le sue note aromatiche uniche. Provalo come digestivo dopo un pasto, aggiungilo al caffè per un tocco di classe, o diluiscilo in acqua e ghiaccio per una bevanda rinfrescante. Utilizzalo nei tuoi dolci preferiti per aggiungere un sapore unico e sorprendente, o sperimenta nuovi cocktail e long drink che ne esaltino l’aroma.
Il mistrà è molto più di un semplice liquore: è un viaggio nel tempo, una finestra sulla storia e una celebrazione della tradizione italiana. Non perdere l’occasione di scoprirlo e apprezzarlo, rendendolo parte delle tue esperienze culinarie.
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