Non serve di certo un meteorologo esperto per capire che le temperature registrate – il terzo autunno più caldo mai registrato del 1800- non sono tipiche dell’autunno. Se da una parte può far piacere questo mese extra di un estate che, come i cantavano i Negramaro, non finisce mai, dall’altra il caldo anomalo sta portando con sé importanti conseguenze sulla natura. Abbiamo infatti già parlato in un precedente articolo dei raccolti anomali di quest’autunno. Questa volta l’allarme arriva dal mondo della castagne, si prevede un -35% sulla raccolta.
L’autunno che sembra non arrivare, provoca un ritardo sulla raccolta delle castagne che per il caldo e per l’assenza di pioggia sono in grande difficolta. Un clima così instabile non può che danneggiare la raccolta delle castagne che non cadono come dovrebbero. Molti infatti i ricci ancora presenti sugli alberi. Questi i risultati del monitoraggio di Coldiretti Puglia. Solitamente la raccolta delle castagne inizia il 29 Settembre ma quest’anno il ritardo previsto, ad ora, è di almeno 20 giorni.
Come se non bastasse il caldo, in Puglia le castagne sono a rischio estinzione per il parassita che proviene dalla Cina e che minaccia gli alberi. Virus alieni e Mal dell’Inchiostro, malattia provocata da un fungo che danneggia visibilmente gli alberi, sono questi i problemi che affliggono tutte le zone della Puglia vocate alla raccolta della castagne.
Come spiega Coldiretti Puglia “A pesare sono, oltre al clima, gli attacchi del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni.” Una difficoltà che gli alberi di castagno si portano dietro già da inizio estate, infatti, i fiori sono stati danneggiati prima dalle piogge abbondanti di maggio e giugno poi dall’estrema siccità. Si è stimato che il raccolto sarà al di sotto dei 45 milioni di kg degli ultimi 5 anni.
In ogni caso l’Italia resta il sesto produttore al mondo con una produzione realizzata all‘86% in Campania, Calabria, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna. Molte le castagne DOP di cui 5 in Toscana (Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina di Castagne della Lunigiana DOP) 4 in Campania (Castagna di Montella Igp, il Marrone di Roccadaspide Igp, il Marrone di Serino/Castagna di Serino IGP e la Castagna di Roccamonfina IGP) e le altre in Emilia Romagna (Marrone di Castel del Rio Igp), in Veneto (il Marrone di San Zeno Dop e i Marroni del Monfenera Igp, ed i Marroni di Combai Igp) in Piemonte (la Castagna Cuneo Igp e il Marrone della Valle di Susa Igp, e nel Lazio la Castagna di Vallerano DOP.)
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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