Non solo spiagge e scogliere, ecco cosa si mangia sulla riviera più bella dell’Adriatico

Francesco Garbo  | 01 Set 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Un monte marino si può definire quello del Conero, che deve il suo nome a una pianta che qui prospera, il corbezzolo. Siamo nelle Marche e già gli antichi greci soprannominarono questo monte appunto il monte dei corbezzoli. Qui spiagge incredibili, come quella delle due sorelle, area naturale protetta, attraggono turisti da tutt’Italia e non solo. Cosa vedere e cosa mangiare nel Conero?

Cosa vedere al Conero

Affacciata sul mare troviamo un piccolo gioiello costruito con la pietra del Conero, Santa Maria di Portonovo, qui dal 1034 da quando l’appezzamento di terra dove si trova fu donato ai Benedettini. La chiesa ha resistito anche alle invasioni dei Saraceni che distrussero l’abbazia che era annessa. La particolarità di questa chiesa risiede nelle finestre, tutte diverse una dall’altra. Questo perché la luce del sole, in questo modo, riesce a penetrare durante tutto il giorno. Per quasi 700 anni questa è stata l’unica costruzione affacciata sulla baia fino a quando nel 1716, Papa Clemente XII fece costruire la torre detta Clementina, d’ispirazione a poeti come Pascoli e Carducci. La sua funzione originaria era in realtà difensiva, tutt’altro che poetica dunque.

La vista del Conero da qui è stupenda, per i più avventurosi e i più esperti il Passo del Lupo, un percorso difficile ma, che una volta completato ci ripaga con i paesaggi unici che è in grado di regalare. Una terrazza che da l’idea di immergersi nella superficie del mare, da qui si vedono le spiagge più belle e Ancona.

Cosa mangiare

Uno dei cibi tipici sono le mosciole, i contadini del luogo costruirono dei capanni di fortuna per iniziare la pesca di questo mitile, il mosciolo selvatico di Portonovo. A differenze delle cozze, i moscioli, presidio slow food, non sono allevati ma pescati a mano con un rampone. La pesca è regolamentata e si può fare dal 15 di maggio fino al 31 ottobre. Il mosciolo ha le concrezioni, o denti di cane, che caratterizzano questo mitile.

Tra le coltivazioni del luogo il finocchio selvatico di mare, trapiantato dalla roccia al campo aperto per una coltivazione più estesa. Una pianta selvatica orami addomesticata. Nasce come naturale abbinamento ai piatti di pesce anche se ad Ancona si abbina alla mortadella. Molto ricco di vitamina C veniva usata come cura dello scorbuto e quindi per questo imbarcato. Possiede molti Omega 3, a pari peso come il salmone. Il finocchio selvatico di mare viene trattato e conservato in barattoli sott’olio.

Come non nominare poi una vera eccellenza del Conero, il vino che risente molto dell’aria di mare. Un consorzio di vini marchigiani che raggruppa 16 denominazioni, ognuna di queste ha la propria autonomia. Il vino marchigiano sta attraversando un periodo di successo, una scoperta di questo tipo di vino e dei luoghi di produzione. Tra le eccellenze da provare il Conero Riserva DOCG

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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