Oca di corte padovana

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 3 minuti

Territorio interessato alla produzione: Padova e provincia

La storia: L’oca Padovana, o oca grigia, era un tempo molto diffusa nelle aree meridionali del veneto caratterizzate da ambienti umidi e molto ricchi di paludi e corsi d’acqua. La colorazione del suo piumaggio lascia intendere la diretta discendenza dalle oche selvatiche che un tempo sostavano in abbondanza lungo i litorali veneti nelle stagioni delle migrazioni. La cattura di esemplari selvatici e il loro successivo addomesticamento hanno dato origine a quest’oca di mole non esagerata che era solita nutrirsi con gli scarti delle povere famiglie agricole venete. Allevata nelle aziende padovane soprattutto per la produzione dell’oca “in onto”, rappresentava, un tempo, una riserva alimentare che integrava la scorta invernale di carne data dal maiale. Dell’oca padovana ne parla persino Dante nella Divina Commedia che nel XVII canto, verso 63, prima di occuparsi degli Scrovegni cita “un’oca bianca più che burro”. Nella cucina padovana (di origine ebrea) viene codificato il collo d’oca ripieno e l’oca “in tocio” oltre alla famosa “oca in onto” (Giuseppe Maffioli “La cucina padovana” – 1981); Michele Savonarola, medico padovano, sancisce nel “Libreto di tute le cosse che se manzano” (1508) che le oche debbono essere “infiate” ingrassate, e, mentre arrostiscono, vanno unte continuamente d’olio e insaporite con aglio e spezie. Oggi questa razza è allevata per lo più nella provincia di Padova per produzioni di nicchia.

Descrizione del prodotto: L’oca Padovana è caratterizzata da una linea slanciata confondibile con l’oca selvatica; ha un aspetto fiero e un’andatura leggera, zampe brevi e distanziate. Il becco, i tarsi e le zampe sono di color arancione. La femmina diversifica dal maschio soltanto per la mole leggermente più piccola. Alla nascita le ochette presentano un piumino giallo macchiato di scuro che dopo poche settimane diventa omogeneamente grigio. Nelle ochette il becco e le zampe sono scuri. Il piumaggio è grigio più scuro nelle parti superiori e più chiaro sotto. Nei piccoli non è presente dimorfismo sessuale (differenza tra maschio e femmina) e il riconoscimento dei sessi viene fatto esplorando le parti genitali. I maschi adulti raggiungono il peso di 5,5-5,8 Kg, mentre le femmine pesano circa 4,5-4,8 Kg. Le uova, a guscio bianco, pesano circa 110-120 grammi (con punte anche di 150 grammi). L’oca Padovana produce carne delicata e si consiglia la macellazione ad almeno 22 settimane quando gli animali raggiungono il peso di 4,5 Kg. nei maschi e 4,0 Kg. nelle femmine.

Processo di produzione: L’oca Padovana è una razza idonea per valorizzare produzioni di nicchia o tipiche. È considerata un’oca da carne data la sua scarsa predisposizione a deporre uova. È un’ottima pascolatrice ed è in grado di utilizzare anche le erbe che crescono sulle sponde e sui fondali dei canali con limitata profondità (non superiore a un metro). Le ochette dopo la schiusa vengono allevate per poche settimane in ambienti chiusi dopo di che posso essere subito liberate al pascolo. Per la loro alimentazione possono essere impiegate erbe e verdure di scarto, e dopo la decima settimana di vita si alimentano che con foraggi secchi come il fieno.

Reperibilità: Essendo una produzione di nicchia, l’oca di corte padovana è reperibile solamente presso alcune aziende agricole o alcuni agriturismi del padovano.

Usi: L’oca è utilizzata per la produzione di insaccati come il Prosciutto di petto d’oca, piatti tipici come l’Oca in onto, per la produzione di sughi o viene cotta arrostita.

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