Descrizione:
La Denominazione di Origine Protetta DOP “Oliva Ascolana del Piceno” designa le olive, in salamoia o ripiene, ottenute dalla varietà d’olivo “Ascolana tenera”. L’oliva in salamoia ha un colore uniforme dal verde al giallo paglierino, il sapore è leggermente acido con un leggero retrogusto amarognolo. L’oliva ripiena ha forma leggermente allungata (ellittica) irregolare con presenza di aree verdi percettibili; è caratterizzata da percezioni olfattive di media intensità con note fruttate di oliva verde e spezie.
Caratteristiche:
Il sapore è leggermente acido con un leggero retrogusto amarognolo. Risulta fragrante e croccante in bocca, con percezioni olfattive di media intensità e note fruttate di oliva verde e spezie. Per essere ammessa alla Dop le olive di varietà “Ascolana tenera”, devono comprendere le seguenti caratteristiche: rapporto polpa/nocciolo, in peso, non inferiore a 4; colore verde paglierino; polpa piena, fine, compatta, non raggrinzita e non granulosa; il trattamento di deamarizzazione deve effettuarsi non oltre le 48 ore dalla raccolta del prodotto.
Elementi storici:
Il nucleo originario di diffusione della coltivazione va ricondotto ai comuni di Ascoli Piceno, Folignano, Venarotta, Castel di Lama, in provincia di Ascoli Piceno e S. Egidio alla Vibrana,
Civitella del Tronto in provincia di Teramo. Le olive da tavola provenienti da questi territori erano conosciute dai classici latini come Olivae Picenae.
Notevole l’incidenza della tecnica di trasformazione adottata nei comprensori di storica diffusione, sui caratteri del prodotto originario e relativa all’uso di un carbonato alcalino per estrarre dalle olive, insieme al grasso, le sostanze amare. I monaci Benedettini Olivetani del Piceno, furono i primi ad operare la concia delle olive e a testimoniare il carattere di un’industria locale basata proprio sulla preparazione delle olive da tavola. Le prime notizie circa la farcitura dell’oliva ascolana risalgono al 1600, periodo in cui queste, una volta denocciolate, venivano riempite di erbe (olive giudee).
La ricetta attuale invece ha origine nel XIX secolo con farcitura a prevalente base di carne, quale specialità in uso in famiglie
agiate.
Zona di produzione:
La zona di coltivazione delle olive destinate alla produzione di “Oliva Tenera Ascolana del Piceno” D.O.P. copre 86 Comuni delle provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo.
Comuni della provincia di Ascoli Piceno e Fermo: Acquaviva Picena, Altidona, Appignano del Tronto, Ascoli Piceno, Belmonte Piceno, Campofilone, Carassai, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Cossignano, Cupramarittima, Falerone, Fermo, Folignano, Francavilla d’Ete, Grottammare, Grottazzolina, Lapedona, Mogliano di Tenna, Maltignano, Massa Fermana, Massignano, Monsampietro Morico, Monsampolo del Tronto, Montalto delle Marche, Montappone, Monte Rinaldo, Monte S.Pietrangeli, Monte Urano, Monte Vidon Combatte, Monte Vidon Corrado, Montedinove, Montefiore dell’Aso, Monte Giberto, Montegiorgio, Montegranaro, Monteleone di Fermo, Montelparo, Monteprandone, Monterubbiano, Montottone, Moresco, Offida, Ortezzano, Pedaso, Petritoli, Ponzano di Fermo, Porto S. Giorgio, Porto S.Elpidio, Rapagnano, Ripatransone, Servigliano, Spinetoli, San Benedetto del Tronto, S. Elpidio a Mare, S. Vittoria in Matenano, Torre S. Patrizio, Venarotta.
Comuni della provincia di Teramo: Martinsicuro, Colonnella, Alba Adriatica, Corropoli, Controguerra, Ancarano, Nereto, Torano Nuovo, S.Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto, S. Omero, Tortoreto, Giulianova, Mosciano S. Angelo, Bellante, Campli, Valle Castellana, Torricella Sicura, Rocca S. Maria, Teramo, Castellalto, Canzano, Notaresco, Morro d’Oro, Roseto degli Abruzzi, Montorio al Vomano.
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