Orzo perlato dell’Alto Lazio

PaesidelGusto  | 25 Set 2014  | Tempo di lettura: meno di 1 minuto

L’orzo perlato dell’alto Lazio si ottiene da varietà di Orzo maggiormente impiegate nella zona che sono: Carina e Scarlet. Il prodotto presenta una chiara colorazione dell’aleurone che consente la produzione di un orzo perlato chiaro (carina) o tendente al giallognolo (Scarlet); di buona calibratura e di media durezza che non provoca rotture nella lavorazione ma contemporaneamente un’ottima tenuta alla cottura anche se la varietà carina scuoce prima dell’altra.

 

Aree di rinvenimento del Prodotto: Acquapendente (VT)

 

Cenni storici e curiosità
La presenza di coltivazioni cerealicole nell’Alto Lazio risale agli Etruschi che, dotati di un alto grado tecnico, mettono a coltura i fertili terreni della Valdilago. Era considerato il grano degli Etruschi che lo usavano per preparare la famosa puls, una specie di polenta. I chicchi vestiti venivano tostati in forno per eliminare il rivestimento, poi pestati e fatti bollire in acqua, anche di mare, fino ad ottenere una specie di polenta a cui si aggiungevano anche legumi (fave, lenticchie e piselli) e altri cereali (farro, miglio). Nel ‘200 e ‘300 l’orzo continua ad essere un cereale molto diffuso nel territorio in esame (Lanconelli, A., La terra buona. Produzione, tecniche e rapporti di lavoro nell’agro viterbese tra Due e Trecento, Bologna, 1994) e, ancora nel ‘400 e ‘500 (Coltivazioni agricole e risorse ambientali a Bolsena e in Val di Lago fra il XV e il XVI secolo, A. Quattranni, in Bollettino di Studi e Ricerche 6, Bolsena 1990, pp. 35-53).

adv


Ultimi Articoli
adv

©  2023 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur