Paccheri di Gragnano, sai perché si chiamano così?

Francesco Garbo  | 30 Giu 2023  | Tempo di lettura: 2 minuti

Difficile resistere alla consistenza tenace dei Paccheri che riescono a catturare alla perfezione il sugo trattenendolo al loro interno. Sono un vero e proprio simbolo della tradizione pastaia di Grangnano, molto diffusi al sud, anche se oggi si trovano praticamente in tutt’Italia. I paccheri sono simili a dei grandi rigatoni e sono preparati con acqua e semola di grano duro.

Pasta nobile di origine povera

La superficie dei naccheri è liscia ma non per questo, grazie alla loro porosità, non riescono a trattenere in modo perfetto i sughi ai quali si accompagnato. Un tempo erano considerati una pasta per i più poveri perché, per via delle dimensioni, ne bastavano pochi per riempire lo stomaco. Per quanto riguarda l’origine del loro nome deriva da “pacca” quasi a imitare il rumore che producono quando vengono impiattati, il nome paccheri secondo alcuni richiamerebbe le origini povere di questo prodotto. Oggi i paccheri nutrono di una fama totalmente diversa di quella che avevano un tempo, sono infatti presenti sui menu di moltissimi ristoranti, anche di livello e rappresentano un vero e proprio fiore all’occhiello della gastronomia campana. Molte le ricette che li vedono protagonisti dai sughi di carne ai pasticci al forno.

Per riconoscere dei paccheri di qualità basta affidarsi al marchio IGP di Gragnano che è sinonimo di ingredienti legati al territorio come la semola e l’acqua che sgorga dalle sorgive dei monti Lattari. Una pasta prodotta grazie alla sapienza tramandata in grado di offrire un prodotto davvero unico. Oggi sono numerosi i pastifici che sorgono nell’area di Gragnano che oltre ai paccheri, producono diversi formati di pasta come la calamarata e gli spaghettoni, tutti rigorosamente trafilati al bronzo e per questo rugosi, elastici ed essiccati in modo naturale.

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