I palummeddi (o pastifuorti) sono un dolce tipico della tradizione siciliana. Preparati generalmente in occasione della Pasqua (da qui il nome palummeddi ri Pasqua), trovano il loro areale storico nei Monti Iblei.
Questo angolo della Sicilia, incluso tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania, vede la maggiore elevazione nei 987 metri del Monte Lauro. È un territorio poco conosciuto, ricco di canyon rocciosi e boschi fitti, e con comuni molto interessanti.
Tra questi Ragusa Ibla, Cava d’Ispica e Modica, la città del cioccolato, preparato secondo una lavorazione antica di secoli.
La preparazione dei palummeddi è antichissima. I dolci pasquali, infatti, sopperivano nella tradizione all’assenza di dolci veri e propri, nonché a quella del cioccolato.
Utilizzando ingredienti “comuni”, reinterpretati in chiave di pasticceria popolare, si riusciva così a portare sulla tavola delle dolci bontà. Non solo buone, ma anche belle: i pastifuorti erano, e sono ancora oggi, realizzati con forme delle più svariate.
Colombe, borse, cestini e non solo: la creatività delle donne di casa si esprimeva anche con rispetto a colui (o colei) che avrebbe ricevuto il dolce. Così, per le bambine erano predilette delle forme più eleganti e femminili, mentre per i bambini si prediligevano le forme zoomorfe.
Iniziare a preparare i palummeddi lessando le uova e lasciandole raffreddare. In una ciotola abbastanza capiente mescolare tutti gli ingredienti, aggiungendo acqua quanto basta per ottenere una consistenza piuttosto elastica. Lasciar lievitare la pasta, poi stenderla in una sfoglia alta mezzo centimetro.
Tagliare la pasta in dischi e lavorarli secondo la forma preferita. Spennellarla con un uovo sbattuto, decorarla a piacimento e cuocerla per 20 minuti a 200 °C (forno statico). I palummeddi si servono freddi, generalmente il Lunedì dell’Angelo.
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