Composizione:
a. Materia prima: farina di grano tenero, acqua, olio, semi di papavero, lievito naturale, sale, zucchero.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: alla farina con la fontana al centro viene aggiunto il lievito diluito in una ciotola con acqua tiepida salata a cui si aggiunge un po’ di zucchero e di olio. Si impasta bene il tutto sulla spianatoia fino ad ottenere una pasta omogenea. L’impasto va messo in luogo caldo, dopo averlo spennellato con olio. Quando la pasta è lievitata la si divide in tante parti uguali. Si formano delle pagnotte, si spennellano in superficie con l’uovo sbattuto, si coprono di semi di papavero e si dispongono sulla placca del forno cosparsa di crusca. Con un coltello si fa un taglio a croce profondo mezzo centimetro su ogni pane. Si fa riposare per 15/20 minuti e si cuoce.
Area di produzione: Trentino Alto Adige.
Note: non è un caso che un pane ai semi di papavero venga fatto in Trentino e soprattutto a Bolzano – naturale prolunga di un areale, quello dell’Est europeo, dove l’uso di questi semi arrostiti ha una tradizione ben consolidata. Oggi è il “Pistor” – termine latino ancora oggi in uso nel Trentino e nel Veneto, per indicare il fornaio – a preparare il pane e le tipologie sono tali che fanno pensare ad un’artigianalità molto vivace. Infatti il Trentino Alto Adige è anche la regione dove più numerose sono forse le famiglie che si preparano il pane in casa.
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