Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga: un viaggio tra biodiversità, cultura e sapori

Marianna Notti  | 10 Gen 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
Il massiccio del Gran Sasso visto da Campo Imperatore

Oltre 141mila ettari di territorio montano, che abbracciano tre regioni (Abruzzo, principalmente e, in misura minore, Lazio e Marche) e sono dominati dal Massiccio del Gran Sasso d’Italia. Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con i suoi 12 distretti, è, per la sua estensione, la terza riserva naturale protetta d’Italia.

Come programmare una visita al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Per poter apprezzare al meglio tutto ciò che questo territorio ha da offrire, in termini di biodiversità e cultura, l’ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga mette a disposizione dei turisti una fitta rete di musei, centri visita e punti informativi. Per esplorare il parco è possibile muoversi in molti modi: a piedi, a cavallo, in mountain bike, ma anche in auto, per spostarsi tra i diversi distretti, ad ammirare le bellezze locali.

Un itinerario tra le Abbazie medievali

Una, ma non certo l’unica, proposta di itinerario, è quella che si snoda tra i borghi e le abbazie medievali del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Il percorso parte da Castiglione a Casauria, dove si trova l’Abbazia di S. Clemente a Casauria (IX secolo) e passa per Pescosansonesco, dove si possono ancora ammirare i resti di un antico castello. Poco distante, Corvara è un piccolo e caratteristico borgo medievale, la cui parte più antica sorge su uno sperone di roccia ed è raggiungibile solo a piedi. Altri paesi da non perdere sono Brittoli e Carpineto della Nora, dove sorge l’Abbazia di San Bartolomeo, risalente al XII secolo. Procedendo verso Civitella Casanova e Villa Celiera, si raggiunge infine l’Abbazia di Santa Maria Casanova, per concludere il viaggio a Montebello di Bertona e Farindola. Quest’ultimo centro, ospita anche il Polo Scientifico del Parco, dove visitare il museo permanente sul camoscio d’Abruzzo.

Camoscio d’Abruzzo, aquila reale e stella appenninica: la biodiversità del Parco

Il camoscio d’Abruzzo è una delle specie più rappresentative della fauna del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Quasi del tutto scomparso nell’800, a causa della caccia spregiudicata, è stato reintrodotto con successo negli anni ’90. Ma gli animali del parco sono moltissimi, dagli erbivori all’orso bruno marsicano, ma anche volpi, cinghiali, volatili, tra cui spicca l’aquila reale, e rettili. Non meno varia la flora, con alcune specie di particolare interesse, come la stella alpina dell’Appennino, estremamente protetta.

Il Pecorino Canestrato di Castel del Monte, presidio Slow Food. Foto di PN Gran Sasso www.gransassolagopark.it
Il Pecorino Canestrato di Castel del Monte, presidio Slow Food. Foto di PN Gran Sasso www.gransassolagopark.it

Il patrimonio enogastronomico del Parco

Alla biodiversità naturale, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga affianca anche una grande agrobiodiversità, che si concretizza in un patrimonio di prodotti straordinari, a partire dai cereali, tra cui grano Solina e Farro Rosso, per arrivare ai legumi, con la Lenticchia di Santo Stefano di Sessano, presidio Slow Food insieme alla Patata Turchesa, al Fagiolo di Paganica, ai Mieli Particolari dell’Appennino Abruzzese, al pecorino Canestrato di Castel del Monte e ai salumi Salsiccia di Fegato Aquilana e Mortadella di Campotosto. Non mancano i vini: giustamente famosi sono, per esempio, il Montepulciano d’Abruzzo e il Moscatello di Castiglione a Casauria, mentre tra gli oli, spicca l’Olio di Carpinetana, una cultivar autoctona che si coltiva tra i 400 e i 750 m slm che produce un olio fruttato e leggero.

Marianna Notti
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