Passera coi ovi, Passera con le uova

PaesidelGusto  | 17 Set 2014  | Tempo di lettura: meno di 1 minuto

Corpo piatto di forma ovale ricoperto di piccole squame di colorazione biancastra e bruno-verdastra.

 

Territorio interessato alla produzione: Tutto il comprensorio costiero regionale, da Punta Sottile (Muggia – TS) fino a Punta Tagliamento (Lignano – UD).

 

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura
Viene pescata viva, attraverso reti da posta specifiche, le passelere, nei mesi invernali da fine novembre a metà febbraio, quando grandi masse di passere escono dalle lagune e dai fiumi per deporre le uova, nel Golfo di Trieste. E’ in questo momento che le passere, proprio per la presenza di grandi ovaie, vengono catturate dai pescatori in quanto sono più apprezzate e richieste dai consumatori.

 

Cenni storici e curiosità
L’attività della pesca delle passere, con sistemi simili agli attuali, risale presumibilmente ad oltre un secolo fa, anche se con materiali, giocoforza , naturali ed in parte diversi.
Con l’avvento di fibre sintetiche, quali il nylon ed il poliammide, avvenuto negli anni ’50, il sistema di pesca è rimasto pressoché immutato fino ai giorni nostri.
Trattandosi di un’attività di pesca artigianale e limitata ad un breve periodo (2 mesi o poco più) non è risultata essere molto interessante per attività di ricerca e studio; infatti non è molto il materiale bibliografico sul tema. Cenni sulla metodica di pesca tradizionale della passera è possibile trovarla sul volume di Albino Troian “Il mio mare – sessant’anni di pesca nell’Alto Adriatico” edito dalla tipografia Sartor di Pordenone.

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