Il Passito di Pantelleria. Ecco come si produce uno dei vini più antichi e pregiati d’Italia

Marianna Notti  | 23 Nov 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti
Il Passito di Pantelleria. Ecco come si produce uno dei vini più antichi e pregiati

Giallo dorato, dolce, aromatico, gradevole, fragrante. Sono le caratteristiche che deve avere il Passito di Pantelleria Doc secondo il disciplinare di produzione. Prodotto esclusivamente da uve Zibibbo coltivate sull’isola di Pantelleria, questo vino ha un forte legame col territorio d’origine. I Passito di Pantelleria è il frutto di un ambiente molto particolare e di una viticoltura “eroica”, in quanto ancora legata a pratiche manuali tutt’altro che semplici.

L’uva Zibibbo, patrimonio Unesco

Le moderne pratiche di coltivazione dell’uva Zibibbo, che si utilizzano di frequente in altre aree della Sicilia, non sono applicate a Pantelleria. I viticoltori pantesi, infatti, seguono l’antica tradizione della vite ad alberello, coltivata in conche scavate nel terreno, lungo i terrazzamenti, per riparare le piante dal vento che soffia incessante sull’isola per la gran parte dell’anno. Una pratica agricola talmente antica e ricca di tradizione da essere inserita tra i beni immateriali dell’umanità dall’Unesco, che ne ha riconosciuto il valore storico e culturale.

Il Passito di Pantelleria. Ecco come si produce uno dei vini più antichi e pregiati
La coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria

Come si produce il Passito di Pantelleria Doc

Non solo la produzione dell’uva, ma tutto il processo produttivo che conduce alle pregiate bottiglie avviene unicamente sull’isola di Pantelleria. La vendemmia delle uve Zibibbo avviene quando le uve raggiungono la sovramaturazione e i grappoli vengono lasciati appassire in essiccatoi o direttamente sulla pianta. Il sole e il vento dell’isola fanno sì che gli acini perdano la loro acqua, concentrando gli zuccheri e gli aromi al loro interno. Dopo la pigiatura, il mosto fermenta lentamente fino a raggiungere la gradazione alcolica desiderata, per poi essere trasferito in botti per l’affinamento. Solo dopo il primo di luglio dell’anno successivo alla vendemmia si potrà imbottigliare il delizioso nettare.

Caratteristiche e degustazione del Passito di Pantelleria Doc

Già a un primo sguardo, il Passito di Pantelleria conquista per il colore giallo dorato, dai bellissimi riflessi ambrati. All’olfatto è profumato e aromatico, con sentori di fichi secchi e frutta matura. All’assaggio è un vino avvolgente e dolce, con retrogusto di uva passa, datteri, miele, arancia candita e mirto. A differenza di molti altri vini da meditazione, il Passito di Pantelleria va servito fresco, a una temperatura compresa tra i 10° e i 12°C, in calici di piccole dimensioni.

Gli abbinamenti: tra classico e insolito

Anche se il Passito di Pantelleria è ottimo da sorseggiare in purezza, come vino da meditazione, uno dei suoi abbinamenti più classici è con i dolci della tradizione siciliana. È perfetto con quelli a base di pasta di mandorle e si sposa perfettamente anche con biscotti e crostate, meglio se farcite con confetture dalla spiccata acidità, come frutti di bosco, ribes o agrumi. Questo vino può essere servito anche con piatti salati complessi, come il foie gras, o per accompagnare formaggi, piccanti o erborinati. E sebbene il suo posto d’onore sia a fine pasto, c’è anche chi lo gradisce come vino da aperitivo.

Marianna Notti
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