L’Abruzzo, regione con una ricca tradizione culinaria, ha recentemente ampliato il suo patrimonio gastronomico nell’ambito di Slow Food, raggiungendo un totale di 20 presidi. Questo traguardo è stato raggiunto grazie all’aggiunta di due nuovi presidi che celebrano prodotti tipici del territorio: la pastinaca di Capitignano e la cipolla di Bagno. Questi nuovi ingressi non sono solo un riconoscimento dell’unicità e della qualità dei prodotti locali, ma rappresentano anche un importante passo avanti nella conservazione della biodiversità e delle tecniche di coltivazione tradizionali. La pastinaca di Capitignano, con le sue peculiari caratteristiche organolettiche, e la cipolla di Bagno, rinomata per il suo sapore distintivo, sono esempi emblematici di come la cultura culinaria abruzzese sia profondamente radicata nel rispetto della terra e nella valorizzazione delle sue risorse. Con questi nuovi presidi, Slow Food conferma il suo impegno nella tutela e promozione delle eccellenze enogastronomiche regionali, contribuendo attivamente alla salvaguardia di un patrimonio che è allo stesso tempo storico, culturale e ambientale.
La pastinaca di Capitignano, recentemente riconosciuta come presidio Slow Food, è un ortaggio dalle qualità straordinarie che arricchisce la biodiversità agricola dell’Abruzzo. Simile nell’aspetto alla carota, si distingue per il suo caratteristico colore bianco e per il sapore dolce e delicato, che la rende un ingrediente prediletto nelle preparazioni natalizie. La sua coltivazione richiede attenzioni particolari: predilige un terreno ben drenato e povero di sassi, e non tollera le gelate, motivo per cui viene seminata in primavera. Un aspetto peculiare della pastinaca di Capitignano è la sua conservazione; dopo il raccolto, viene custodita in cassette riempite di sabbia umida, preferibilmente proveniente dal fiume, un metodo tradizionale che ne mantiene intatte le qualità organolettiche. Questo ortaggio non è solo un simbolo della cultura culinaria abruzzese, ma anche un esempio di come pratiche agricole sostenibili e attente possano preservare e valorizzare prodotti unici, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità e delle tradizioni locali.
La cipolla di Bagno, un altro dei nuovi presidi Slow Food dell’Abruzzo, è un ortaggio che si distingue non solo per le sue caratteristiche fisiche ma anche per le peculiari tecniche di coltivazione. Questa varietà, con la sua forma più schiacciata, polpa bianca e odore intensamente pungente, si inserisce nella tradizione agricola della regione come un prodotto di spiccata personalità. Il processo di coltivazione inizia con la preparazione del terreno in autunno, e la cipolla viene piantata in modo che cresca metà interrata e metà esposta all’aria, una pratica che contribuisce al suo sviluppo unico. La raccolta avviene a fine estate, momento in cui le cipolle raggiungono la maturazione ottimale. In cucina, la cipolla di Bagno si fa apprezzare per la sua versatilità: consumata fresca, offre un sapore deciso e marcato, mentre nelle conservazioni sotto forma di confetture o preparazioni in agrodolce, rivela sfumature di gusto sorprendenti. Questa cipolla non è solo un ingrediente prezioso per la gastronomia locale, ma anche un simbolo di come la tradizione agricola possa coniugarsi con l’innovazione, dando vita a prodotti di qualità eccezionale.
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