La Patata Turchesa è una pianta a ciclo annuale provvista di radici fascicolate piuttosto superficiali, dotate di numerose diramazioni capillari. Il tubero della Patata Turchesa presenta forma irregolare con frequenti tuberosità e si caratterizza principalmente per la buccia di colore viola intenso contenente una interessante quantità di sostanze antiossidanti, paragonabili a quelle del cavolo. Al suo interno mostra una pasta completamente bianca ed un basso contenuto in acqua; la consistenza e la granulosità sono medie. I tuberi presentano un epidermide sottile ricoperta da piccole lenticelle, suberificate in condizioni di mancanza d’acqua. Esternamente sono assai evidenti ed infossati gli “occhi”, delle strutture da cui si originano delle gemme, che rimangono dormienti durante lo sviluppo.
Aree di rinvenimento del Prodotto: Provincia di Rieti
Cenni storici e curiosità
Sul finire del Settecento la Patata Turchesa fa la sua comparsa anche nell’area del Parco Nazionale ed ha rappresentato per le popolazioni montane locali una vera e propria “garanzia alimentare” come dimostra un detto popolare ancora presente in molti comuni abruzzesi: “La patane è mezze pane”. Per la prima volta, i montanari potevano disporre di una eccedenza agricola da commercializzare con le popolazioni della vallata. La coltivazione della patate è stata praticata anche a quote molto elevate, oltre i 1600 m di altitudine, contribuendo a quel fenomeno già avviatosi nella seconda metà dell’Ottocento attinente la salita in quota dell’agricoltura. Questo tubero ha anche cambiato l’assetto urbano di alcuni centri montani: grotte ed ambienti ipogei sono stati scavati a ridosso degli agglomerati urbani, specialmente nelle zone con esposizione settentrionale, proprio per conservare il prezioso tubero. In alcune aree, le patate venivano conservate nei luoghi di produzione entro profonde buche scavate nel terreno e ricoperte di paglia e pula. Tra le varietà di patate coltivate, ve ne sono alcune antiche, probabilmente tra le prime ad essere state introdotte e diffuse. Tra queste, quella solitamente chiamata turchesa o viola, per la colorazione della scorza e parte della polpa di colore violaceo. Si sono conservate anche varietà più recenti, come nel caso dalla patata rossa o la Fiocco di neve, ancora in uso a Barisciano, in provincia de L’Aquila. Prosperi (1877-1885) cita, tra le varietà di patate coltivate nei circondari di Lanciano e Penne, una patata violetta. Nel circondario di Penne (PE), in Provincia di Pescara, ricadevano anche alcuni Paesi del Gran Sasso (Farindola, Arsita, ecc.).