Si conserva in acqua per più di 100 giorni e cade dall’albero se la coltivi altrove: cosa sapere sulla pera lardara, la pera scura del Cilento

Marianna Di Pilla  | 31 Ago 2024
Pera lardara

Non è un caso che sia comunemente chiamata anche pera all’acqua: la pera lardara, prodotto del Cilento che si produce soprattutto nella zona di Monte San Giacomo in provincia di Salerno, ha con l’acqua un rapporto molto speciale.

Sono tanti i prodotti tipici da assaggiare durante un soggiorno in Cilento, e alcuni sono dei veri gioielli segreti come il pomodoro di Rofrano. In quanto a particolarità e curiosità, la pera lardara non è però seconda a nessuna.

Pera lardara, caratteristiche

Pera lardara, caratteristiche
Pera lardara, caratteristiche

Frutto autoctono, colore giallo oro, a maturazione avvenuta (dopo raccolta) la polpa interna si presenta di colore marrone scuro. Il diametro massimo del frutto raggiunge i 6-7 cm. Gli alberi, quasi sempre ereditati nelle proprietà familiari, non subiscono nessun trattamento di coltivazione ma crescono in modo spontaneo.

Le condizioni pedoclimatiche (coltivazione oltre 750 mt/slm) rendono i terreni montani del Comune di Monte San Giacomo l’unico habitat in cui l’albero porta a maturazione i propri frutti. Prove fatte in passato di coltivazione in terreni di altri Comuni limitrofi hanno evidenziato che i frutti non raggiungevano la maturazione e cadevano dall’albero in modo prematuro.

Nel periodo autunnale di settembre-ottobre, si raccolgono i frutti di questo ceppo autoctono di pero, a maturazione quasi avvenuta, si raccolgono manualmente i frutti che andranno distesi su spianate e mantenuti in soffitta.

La pera ‘acquatica’ del Cilento

Pera lardara e l'acqua
Pera lardara e l’acqua

Dopo la raccolta, le pere vengono periodicamente controllate e, quando risultano morbide al tatto, vengono deposte man mano in contenitori ricolmi di acqua di fonte e lasciati aperti. L’acqua doveva ricoprire completamente i frutti.

Ancora oggi si usa conservare in acqua la pera Lardara secondo questo antico metodo contadino. Un tempo per allungare la conservabilità del prodotto si usava addirittura acqua piovana. In questo modo la pera lardara riesce a conservarsi in buone condizione per un periodo che può raggiungere anche i 4 mesi. Una resistenza giustificata dalle sue peculiari caratteristiche, prima tra tutte le buccia molto spessa.

La pera salata del Cilento

Se hai sempre usato le pere per fare dolci e marmellate, ti stupirà sapere che la pera lardare in Cilento tradizionalmente si usa soprattutto in versione salata, in particolar modo per arricchire le insalate.

Nelle ricorrenze particolari, feste natalizie o pasquali oppure quando la religione richiede l’astensione dal consumo di carne, si preparano delle ricche insalate aventi come base queste pere accompagnate da alici salate, olive nere o verdi e peperoni arrostisti filettati, il tutto condito con aglio, sale ed olio. Questo, a parte gli stufati napoletani che richiedono l’uva nella preparazione, è una delle pochissime ricette agrodolci della Campania, sicuramente l’unica per l’intero territorio del Vallo di Diano.

 

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla



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