Pizza, Carbonara e Parmigiano non sono così italiani come crediamo. Le dichiarazioni del professor Grandi che infiammano il web

Francesco Garbo  | 29 Mar 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Di questi giorni la notizia della candidatura a patrimonio Unesco della cucina italiana ma c’è un intervista rilasciata al Financial Times che ha fatto discutere molto sull’origine sospetta di alcuni capostipiti della cultura gastronomica italiana. Sotto attacco i tortellini, la carbonara e la pizza che secondo Alberto Grandi, professore dell’Università di Parma dove insegna Storia dell’alimentazione, non sarebbero così italiani come crediamo. Pronta la risposta indignata di Matteo Salvini e della Coldiretti. Ma procediamo con ordine. Chi è Alberto Grandi a quali sono le dichiarazioni che hanno infiammato il web?

Storia del cibo italiano sotto attacco

Noto docente e autori di libri e podcast, Andrea Grandi aveva innescato molte polemiche già anni fa con il suo Denominazione di origine inventata diventato poi in podcast. Lui sostiene come la tradizione culinaria italiana nasca da “un’Italia povera in cui non esistevano le presunte tradizioni culinarie di cui oggi ci facciamo tanto vanto. I nostri piatti sono sì buonissimi, ma la loro storia è, nella maggior parte dei casi, diversa da quella che viene raccontata“. Si sa che in Italia quando si toccano certi temi siamo tutti pronti a scendere in campo e difendere i nostri ideali con le unghie e con i denti, soprattutto se ci dicono, ad esempio, che la carbonara è stata inventata dagli americani. “Confondiamo l’identità con le radici, l’identità è ciò che siamo oggi mentre le radici sono ciò che eravamo ieri e sono costituite da incroci, contaminazioni e scambi. È la nostra storia, fatta di persone che sono emigrate in America, Brasile, Belgio e in altri paesi” spiega il professor Grandi. “La cucina italiana, come la conosciamo oggi, è frutto di contaminazioni e del fatto che milioni di italiani sono andati in giro per il mondo e hanno imparato a cucinare scoprendo ingredienti nuovi“. Altro mostro sacro toccato da Grandi è la pizza che “finché è rimasta a Napoli la pizza è stata una grandissima schifezza. Ma quando è arrivata a New York si è riempita di prodotti nuovi e, in particolare, della salsa di pomodoro diventando la meraviglia che conosciamo oggi. Senza il viaggio degli italiani in America sono convinto che questa specialità sarebbe scomparsa“.

Dire che la cucina italiana si fa così e basta è un modo per ucciderla. Il fatto che l’Italia sia il primo paese consumatore di sushi in Europa significa che siamo noi i primi a non essere convinti della nostra presunta superiorità. Alle giovani generazioni non importa nulla di ciò che mangiavano Lorenzo il Magnifico ed Isabella d’Este. Le mie figlie se devono scegliere tra un piatto di tortelli e il sushi scelgono quest’ultimo“. Parole forti quelle di Grandi che sono state prese come un attacco personale da alcuni esponenti della politica e del mondo del food. Altri cibi di cui si parla nell’intervista sono il panettone che secondo il professor Grandi era “una focaccia sottile e dura farcita con uvetta. Era mangiato solo dai poveri e non aveva legami con il Natale“. Insomma il professore sembra avere le idee chiare che però si scontrano con tutto il processo di mitizzazione delle ricette di una volta, della tradizione. Che la verità sia nel mezzo?

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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