Composizione:
a. Materia prima: farina di mais, acqua, peperoncino, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina, a volte con l’aggiunta di peperoncino, viene lavorata con acqua quasi bollente. Dopo averla ben impastata si formano dei pani del peso di circa un chilo, un po’ schiacciati, che vengono cotti al forno ben caldo.
Area di produzione: in tutto il catanzarese, ma in particolare a Nardodipace.
Note: a Nardodipace che, stando alle statistiche, è uno dei paesini più poveri d’Italia, e in altre località calabre, il pane di mais rappresenta ancora una necessità, mentre in altre parti della regione viene venduto nei negozi come una leccornia da consumare con le sarde salate. Un tempo invece il pane di mais si consumava con il maiale: i ciccioli venivano messi sopra le fette di “pizzata” e con queste si faceva colazione. Un’altra usanza, quasi persa, era quella di consumare la pizzata coi ciccioli all’osteria con gli amici, in compagnia degli immancabili lupini, sempre presenti sui banchi per “eccitare” le bevute. Oggi il pane di mais viene anche fatto, a piccoli panini, in occasione della festa di S. Nicola.
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