La Val Brembana, prende il nome dal fiume Brembo, ed è la meta perfetta per una gita estiva o invernale grazie ai suoi paesaggi degni di una favola. Tra i borghi, le terme di San Pellegrino e i percorsi trekking è il posto ideale per concedersi una pausa di relax ma anche di gusto. Molte sono le specialità della Val Brembana, ne abbiamo selezionate 5, dai formaggi alle castagne: ecco cosa non puoi perderti.
Quando si fanno i percorsi trekking o si visita a piedi un borgo la fame a un certo punto ci assale, quindi meglio farsi trovare pronti e conoscere i prodotti che questa magnifica terra può offrirci. Ovviamente non mancano i formaggi grazie ai pascoli di alta montagna, ma anche altri prodotti tradizionali come la polenta.
Branzi è un piccolo paese dell’alta Valle Brembana. In origine questo tipo di formaggio era prodotto in estate, stagionato per 40/50 giorni e poi venduto in occasione della festa di San Matteo. Un’occasione così importante che si organizzava un mercato di tre giorni e un mostra dedicata a questo formaggio che premiava i casari più bravi. Inizialmente era un formaggio prettamente estivo ma ora ormai si produce quasi tutto l’anno. Oltre ad essere buono è anche prezioso per il nostro organismo grazie alle sue proprietà organolettiche e nutrizionali.
Crediti foto: https://www.prodottibergamaschi.it/prodotto/formai-de-mut-alta-val-brembana/
Il primissimo formaggio lombardo a fregiarsi della DOP, una vera star tra i formaggi della Val Brembana. La zona di produzione comprende ben 21 comuni e la lavorazione del latte è regolata da un rigido disciplinare di produzione che prevede l’esclusivo impiego di latte crudo ed intero di vacca, proveniente da una o due mungiture. Le forme, dal dimetro di 30-40 cm, sono cilindriche ed hanno un peso compreso tra gli 8 e i 12 kg. Al palato ha un sapore è delicato, poco salato, non piccante e l’aroma restituisce la fragranza e i profumi dei foraggi dell’Alta Valle Brembana.
Anche chiamati casonsei in dialetto sono un tipo di pasta fresca ripiena. L’esterno è costituito da pasta all’uovo che rimane la presenza fissa in tutte le varianti, a cambiare sono il ripieno e la forma. Il ripieno classico è costituito da carne, formaggio, pangrattato, pere e amaretti. Una vera e propria esplosione di sapori raccolta da una pasta all’uovo stesa a mano. Il condimento ideale è con il burro proprio perché il ripieno è già di per se molto ricco.
Come non nominare la polenta, uno dei cibi più importanti di queste zone, prezioso oggi ma ancor più un tempo quando eran modo per non ammalarsi di pellagra, una malattia che colpiva coloro che si nutrivano senza l’apporto di vitamine ed elementi indispensabili per una dieta equilibrata. Una versione tipica di zona è con mirtilli e susine, accoppiata davvero unica. Che si scelga un sugo di carne o anche delle verdure ripassate in padella la polenta è sempre una buona scelta per riscaldarsi e ristorarsi allo stesso tempo.
Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un alimento indispensabile nell’alimentazione della Valle. Utilizzato per preparare dolci, polente, zuppe ma anche pane, non a caso veniva chiamato pane dei poveri. La pianta di castagno in generale è da sempre stata preziosa nella valle per via del legno, utile per scaldarsi e per le foglie utili nelle stalle. Le caldarroste qui vengono chiamate baröle e, come anticipato, sono uno dei mille modi diversi in cui vengono consumate. Nel periodo di gennaio c’è la sagra dei Biligòcc, ovvero castagne essiccate e affumicate.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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