Pomodoro del Cavallino

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019

Territorio interessato alla produzione: Comune di Cavallino-Treporti, Comune di Venezia (isole: S. Erasmo, Vignole).

La storia: La coltivazione della pianta del pomodoro fu introdotta in Europa dagli Spagnoli nel XVI secolo, ma non come ortaggio commestibile, bensì come pianta ornamentale, ritenuta addirittura velenosa. Non è ben chiaro come e dove, il frutto esotico di una pianta ornamentale, accompagnata da un alone di mistero e da una serie di credenze e dicerie popolari, comparisse sulla tavola di qualche coraggioso, oppure affamato, contadino, ma resta il fatto che già dal XVII secolo si hanno le prime notizie sull’uso alimentare di questo ortaggio. Il pomodoro è presente nel litorale del Cavallino da alcuni secoli, anche se un tempo era prevalentemente coltivato, dai mezzadri e dai coloni, per l’autoconsumo o come particolarità gastronomica per i nobili veneziani proprietari dei terreni. Fu però a seguito dell’alluvione del 1966, che provocò l’estinzione delle colture da frutto ed in particolare la pesca a pasta bianca, che il pomodoro divenne il protagonista dell’agricoltura locale; divenuto per la precocità della produzione e il gusto particolarmente gradevole conosciuto e apprezzato nei maggiori mercati del nord Italia.

Descrizione del prodotto: Nella zona del Cavallino, è tradizionalmente coltivato il pomodoro da consumo fresco, il cosiddetto “tondo liscio insalataro”. Recentemente, di fronte a difficoltà di mercato si è operata, con successo, una diversificazione produttiva introducendo il pomodoro a “grappolo”, tipologia “ciliegia” e il “Cuor di bue”. Tra le tipologie maggiormente coltivate nella zona tipica si segnalano “Monika” e “Alambra” per il grappolo, “Carson” e “Calinda” per il tipo tondo liscio verde e “Naomi” per il ciliegino. I pomodori si differenziano a seconda delle varietà per la forma delle bacche e si distinguono le seguenti tipologie commerciali: lisci, compresi ciliegia e grappolo, costoluti e lunghi.

Processo di produzione: La produzione del pomodoro viene praticata dalla primavera all’autunno avanzato. Il 90% della coltivazione avviene in serra e il rimanente 10% in campo. L’impianto viene realizzato con il trapianto di piantine prodotte in vivaio in appositi contenitori “alveolati”; da febbraio a luglio. I pomodori vengono allevati in piante singole sostenute da tutori in legno, canna di bambù oppure ferro; una tecnica più recente consente di far crescere le piante lungo un filo di corda a cui viene legato l’apice della pianta che poi viene via via avvolta. Prima del trapianto il terreno viene adeguatamente preparato. La produzione inizia verso i primi di maggio per le coltivazioni trapiantate precocemente in serra riscaldata, finisce a novembre, prima delle prime brinate, per le produzioni tardive di impianto estivo. La raccolta avviene esclusivamente a mano, scalarmente appena il frutto accenna a variare il colore ed eliminando quelli già completamente maturi. Successivamente si procede alla selezione-calibratura e all’incassettamento.

Reperibilità: I pomodori sono reperibili da primavera fino ad autunno inoltrato, presso tutti imercati al dettaglio. Per quanto riguarda i Pomodori del Cavallino, date le notevoli quantità prodotte, esportate anche fuori regione, non ci sono difficoltà di approvigionamento.

Usi: I pomodori si consumano al naturale, crudi in saporite insalate, da soli o nei misti. Venivano originariamente usati prevalentemente per dare colore e come esaltatori di sapidità per le minestre, ma si sono successivamente imposti come elemento base della cucina mediterranea.

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