Il pomodoro Pachino IGP è molto più di un semplice ortaggio: è un’esperienza culinaria che porta con sé tutto il calore e il sapore del Mediterraneo.
Con la sua dolcezza inconfondibile e la sua versatilità in cucina, questo piccolo tesoro siciliano è un elemento imprescindibile nella dispensa di ogni appassionato di cucina.
È caratterizzato da dimensioni più piccole rispetto ai cugini più grandi, ma non è una caratteristica da cui bisogna farsi ingannare. A dispetto delle sue dimensioni modeste, il Pachino è ricco di sapore e offre una consistenza carnosa che lo rende ideale nella preparazione di tantissimi piatti e ricette.
Nonostante sia uno dei prodotti italiani più famosi e celebrati sia in Italia che all’estero, ci sono alcune cose che non tutti sanno sul Pomodoro Pachino. Sapevi ad esempio che in realtà non è una specie autoctona italiana?
Pomodoro Pachino, prodotto tipico siciliano
Al contrario di quanto comunemente si pensa, il Pomodoro di Pachino non è però un prodotto originario dell’Italia. Si tratta di una varietà introdotta dalla multinazionale sementiera israeliana HaZera Genetics nel 1989. Fino a quel momento, infatti, il territorio di Pachino non godeva di condizioni che lo rendessero adatto alla sua coltivazione.
Dopo una prima, fredda accoglienza, il Pomodoro di Pachino prese sempre più piede e cominciò a riscuotere quel successo di cui gode ancora oggi.
Pomodoro Pachino IGP, prodotto
Le prime coltivazioni del pomodoro di Pachino risalgono al 1925, tuttavia fu solo a partire dagli anni ’70 che conobbe una diffusione e un successo crescenti.
Il successo del Pomodoro Pachino raggiunge il suo culmine nel 2003, anni in cui ottiene la prestigiosa certificazione IGP. Un riconoscimento serio che idealmente gli impone di sottostare a standard di qualità e di denominazione ben precisi.
Non tutti i pomodori che somigliano al pachino sono in realtà veri pomodori pachino. E allora come si fa a riconoscerlo?
Ci sono 5 segnali da tenere in considerazione che possono aiutare in questa impresa, che è molto più semplice di quanto si possa pensare.
Le confezioni devono naturalmente avere la dicitura IGP, ma devono riportare anche:
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