Pomodoro regina

PaesidelGusto  | 28 Ott 2014  | Tempo di lettura: 2 minuti

Descrizione del prodotto
Il Pomodoro Regina di Torre Canne è una cultivar da serbo selezionata dagli orticoltori locali. Il nome di questo pomodoro è dovuto al peduncolo dalla forma simile ad una corona reale. Le bacche sono piccole e tondeggianti di colore rosso. La buccia, piuttosto spessa – caratteristica dovuta all’acqua salmastra con la quale si irrigano gli orti vicini al mare – aumenta la conservabilità di questa varietà e la resistenza ai parassiti. La maturazione dei frutti è parzialmente scalare. I grappoli sono costituiti da 5-4-3-2 frutti, i quali a completa maturazione, si colorano di rosso intenso. Tra i pigmenti caratenoidi contenuti nella buccia prevale il licopene.

 

Territorio di produzione: La fascia costiera dei comuni di Fasano, Ostuni e Monopoli.

 

Cenni storici e curiosità
Nel territorio di riferimento del pomodoro regina, fino alla metà dell’800 la coltivazione prevalente era il cotone, detto bambace, e costituiva una valida integrazione ai bilanci contadini per via dell’artigianato domestico che ne derivava (lenzuola, asciugamani, tovaglie, capi di abbigliamento, tessuti e ricamati in casa dalle donne).
La diffusione della coltura del cotone ha ispirato la comunità locale a inventare questo treccione o grappolone di pomodori al filo di cotone detto ramasola, la quale è appesa ai muri con uno spago di canapa.
Il cotone non scomparve del tutto, veniva coltivato in consociazione con il pomodoro fino agli anni sessanta e ancora viene utilizzato per legare i singoli pomodori da serbo al filo di cotone per formare la ramasole: simbolo del connubio tra queste due coltivazioni.
Sulla derivazione della parola ramasole ci sono varie interpretazioni. Una quasi letterale è “ramo di sole” , a ricordare l’intensa colorazione purpurea del grappolo, un’altra di origine araba, farebbe riferimento alla parola “rvm”, che significa unione in alto, o ancora il termine sembra derivare dal greco, la parola ramàsaule sarebbe composta da un sostantivo rhàmma , ed un aggettivo, sàulos (“io cucio il filo ondeggiante, tortuoso”).

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