Carciofo pignatella, Carciofo rosso, Carcioffola pascaiola

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

Territorio interessato alla produzione
Il carciofo pignatella è un ortaggio tipico delle province di Napoli e Salerno, in particolare dell’Agro Sarnese Nocerino e dei comuni vesuviani

Coltivazione
La raccolta inizia da marzo-aprile e prosegue fino alla prima decade di giugno a seconda dell’andamento atmosferico, ma l’apice produttivo è raggiunto nel periodo Pasquale, nei mesi di marzo-aprile quando i capolini assumono il colore violaceo-rossastro che, insieme con la carnosità e la tenerezza delle brattee, caratterizzano il pregio di questo prodotto.
Il carciofo pignatella si consuma fresco, condito ed arrostito o in parmigiana di carciofi, mentre i capolini più piccoli sono sfruttati per la produzione di sott’oli.

Cenni storici e curiosità
Prende il nome dalla “pignatella”, il recipiente in terracotta simile ad una tazza da latte senza manico che viene utilizzato come copri-capolino dalla comparsa dello stesso fino alla sua raccolta, per proteggere il carciofo dai raggi diretti del sole e dagli agenti atmosferici. Questa varietà era già coltivata nell’antica Pompei e già all’epoca erano utilizzate le pignatelle, come emerge da scritti di Plinio il Vecchio; la sua coltivazione è ancora oggi a conduzione familiare, è, infatti, totalmente manuale e coinvolge tutta la famiglia.
In occasione della Pasqua, periodo di maggior consumo del prodotto, è tradizione nelle sue aree di produzione, ricevere in dono delle particolari confezioni in vendita presso i negozi locali di frutta e verdura: fasci di carciofi e foglie che formano una struttura conica, con i capolini alla base.

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