L’oro nero della Sicilia: l’incredibile storia del Cioccolato di Modica, che viene prodotto allo stesso modo da 500 anni

Stefano Maria Meconi  | 23 Feb 2024  | Tempo di lettura: 2 minuti

Pare che questa tecnica di lavorazione risalga addirittura agli Aztechi, ma è una città siciliana ad averla resa famosa: il Cioccolato di Modica è uno dei prodotti più originali dell’isola. E non vedrai l’ora di assaggiarlo.

La cioccolata siciliana che viene “dall’altro mondo”

Il cioccolato venne introdotto in Europa già nel corso del Cinquecento, subito dopo i viaggi di Cristoforo Colombo del 1492 – 1504. Fu, insieme alle patate, al mais e ai pomodori, uno dei prodotti che ottenne una più rapida e concreta diffusione nel Mediterraneo. Proprio in questo periodo la Contea di Modica, una sorta di “possedimento d’oltremare” della Spagna borbonica, così importante che, tra i territori governati dagli spagnoli, fu la prima a ricevere il cacao.

La lavorazione, importata dalla cultura azteca e particolarmente diffusa anche nella città iberica di Alicante, era originariamente riservata alle famiglie più nobili. Il cioccolato modicano diveniva così il complemento adatto sulle tavole delle feste e degli eventi più importanti. Testimonianze in questo senso vengono anche da Leonardo Sciascia, che richiama proprio il simile trattamento di Alicante. Qui, a differenza di Modica, le uniche aggiunte ammesse erano quelle di vaniglia e cannella.

Perché il cioccolato di Modica è diverso da tutti gli altri?

A differenza delle varietà tradizionali e commerciali del cioccolato, quello modicano viene lavorato a freddo, ovvero non viene sottoposto al concaggio. La caracca, ovvero la miscela dei semi di cacao (di provenienza africana) viene scaldata fino a 40 °C. In generale, il temperaggio del cioccolato, ovvero lo scioglimento, avviene tra i 45 e i 55 °C. Nel caso del cioccolato di Modica la temperatura, molto bassa, fa sì che all’aggiunta dello zucchero si crei una consistenza granulosa, poiché questo non si scioglie nel burro di cacao, ma si mantiene stabile. Il cioccolato era originariamente mosso e lasciato raffreddare nella valata ra ciucculatta, ovvero una spianatoia in pietra lavica dalla particolare forma a mezzaluna. Con l’aiuto di vari matterelli, anch’essi in pietra, la massa era poi lavorata per tre volte (passate), fino al risultato finale.

La produzione, come detto, non prevedeva e non lo fa ancora oggi aggiunte di grassi ulteriori, prodotti di sintesi o derivati del latte, ed è a conti fatti un prodotto senza lattosio. È ammessa l’aromatizzazione che avviene, generalmente, con cannella o vaniglia, peperoncino, zenzero o pistacchi.

Promozione e diffusione

Questa eccellenza del territorio è promossa, dal 2003, dal Consorzio di tutela del cioccolato di Modica. Benché sia un prodotto di rilevanza storica, non ha ancora ottenuto l’IGP, ma solo la qualifica di PAT (Prodotto agroalimentare tradizionale). Dal 2013 si tiene ogni anno, nel mese di dicembre, la ChocoModica, manifestazione che promuove la cultura e la conoscenza di questa bontà dolciaria.

Una delle principali realtà produttive modicane è Sabadì, più volte vincitrice del premio Tavoletta d’oro. Acquistabile anche online, questa cioccolata ha un prezzo medio di 10 euro ogni 100 grammi. Prodotti simili sono in vendita anche su Amazon, come le tavolette Il Modicano (3,20 euro/60 g)

Stefano Maria Meconi
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