Fagiolo bianco di Montefalcone

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

Territorio interessato alla produzione
Comune di Montefalcone di Val Fortore e comuni del Sannio Beneventano

Descrizione
Legume secco, di colore bianco brillante; il seme è di piccole dimensioni (il peso di 100 semi e di circa 150 g); la tipologia è una via di mezzo tra il cannellino ed il tondino.

Metodiche di lavorazione
Il fagiolo bianco di Monfalcone viene coltivato in asciutto, in terreni montani (sopra i 700 m.s.l.); la semina viene effettuata nella prima decade di maggio (quando le condizioni termiche raggiungono valori ottimali per consentire la germinazione); si utilizzano seminatrici pneumatiche che mettono a dimora il seme in solchi; la distanza tra le file è di circa 70 – 80 cm, mentre, l’interfila (spazio tra i semi) viene mantenuta tra i 20 – 25 cm; in questo modo si ottiene una densità di investimento di circa 5 – 7 piante per mq.
La tecnica di coltivazione adottata segue i dettami dell’agricoltura integrata; la concimazione viene effettuata in una unica soluzione alla preparazione del terreno per la semina, generalmente si interviene solo con il fosforo; si utilizza perfosfato semplice (250300 KgHa).
Durante il ciclo si effettua una sarchiatura; generalmente non sono necessari trattamenti, in qualche caso, nelle fasi iniziali di sviluppo, si rende necessario effettuare un trattamento contro gli afidi. La raccolta viene effettuata a mano, quando la quasi totalità dei baccelli è maturo; la pianta viene estirpata e lasciata essiccare sul terreno per qualche giorno; successivamente, viene raccolta, trasportata sull’aia e sgranata artigianalmente; il prodotto così ottenuto, viene liberato dalle impurità (residui colturali, terreno ecc.) e trasportato in azienda, dove si effettua una ulteriore pulizia ed una calibratura del seme (operazione fondamentale per ottenere lotti omogenei).

Generalmente la coltura avviene in piccoli orti familiari, consociata a colture quali il mais; la semina viene effettuata a mano nel mese di Maggio, inizio Giugno, a postarelle. La sgranatura avviene dopo la completa essiccazione dei baccelli sulla pianta e quindi per 2-3 giorni su teloni, al sole. Quindi avviene la battitura con bastoni di legno e la successiva esposizione alla ventilazione naturale per allontanare i residui di baccelli. I semi vengono essiccati all’aria; la conservazione avviene in sacchetti di tela o lino, in luoghi freschi e ventilati. I materiali e le attrezzature utilizzati per la coltivazione sono molto semplici e rudimentali tipicamente presenti nell’agro-tecnica locale.

Cenni storici e curiosità
La coltivazione è costantemente presente nell’area da almeno 200 anni; la tecnica colturale è quella tradizionale di tutta l’area appenninica.

Questo legume, coltivato in questo ambiente (sopra i 700 m.s.m.), acquisisce particolare sapidità ed è particolarmente predisposto per la cottura.

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