Fragole di San Raffaele Cimena

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

Il territorio di San Raffaele Cimena è caratterizzato da terreni pianeggianti, fertili e irrigui, da sempre vocato per la fragolicoltura. In questo territorio si coltivano cultivar caratterizzati da frutti di grandi dimensioni (pezzature comprese tra 15 e 35 g/frutto), botanicamente riconducibili alla specie Fragaria x ananassa L.

 

Territorio interessato alla produzione: La zona di produzione si concentra nella pianura di San Raffaele Cimena, in provincia di Torino, nota come “La Piana” che si estende sino al comune di Verrua Savoia.

 

Cenni storici e curiosità
Nella lunga storia di San Raffaele Cimena, l’agricoltura ha sempre rivestito un’importanza fondamentale come testimonia la Relazione del Sicco, datata 1753 la quale dice testualmente “(…) Li terrazzani accudiscono ai travagli dell’agricoltura ad esclusione di tre in quattro che sono soliti negoziare nella compra-vendita di vini”.
All’epoca, vennero censite 395 giornate di vigna, 280 di campi e 250 di prati. Si evince, pertanto, che la coltivazione più diffusa era quella della vite, favorita dall’ottima esposizione collinare, che forniva vini di pregevoli qualità, e, quindi, fonte di reddito non indifferente per gli agricoltori dell’epoca.
Tale situazione è perdurata fino all’inizio del ‘900, quando le popolazioni agricole hanno abbandonato le colline per scendere a valle nella fertile pianura prospiciente il fiume Po, ricca di acque che ben si prestava alla coltivazione di cereali e ortofrutticoli.
Va precisato che, nel medioevo, San Raffaele era terra dei Marchesi del Monferrato che avevano la loro capitale in Chivasso dove, nel 1248, esisteva un mercato di prodotti ortofrutticoli molto rinomato e che a tutt’oggi, riveste grande importanza.

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