Pane di Triora

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

zona di produzione: Triora, Valle Argentina

curiosità: Triora cioè “tria-ora”, tre bocche quelle del mostruoso cane Cerbero di dantesca memoria, o le tre gole create dai torrenti Corte, Argentina, Capriolo, o ancora i tre prodotti agricoli principali: vino, castagne, grano.
Insomma un nome misterioso ed affascinante come la storia del borgo stesso, storia antica e tormentata, spesso macchiata da lugubre esperienze. Il nome di Triora è infatti strettamente legato alle streghe. Si crede che in questi boschi alcune “ossesse” svolgessero riti satanici e per questo vennero rinchiuse, processate ed addirittura bruciate sul rogo. In realtà spesso quello che erano considerate bàggiure (streghe) erano solo persone con più o meno gravi problemi psichici, si sostiene persino che nel pane ci fosse tra gli ingredienti la segala cornuta: l’acido lisergico può infatti creare alterazione del sistema nervoso.
Nel tempo sono mutati gli ingredienti ed è diventato sicuramente meno pericoloso ma indubbiamente è rimasto famoso questo tipico pane di Triora fatto di farina integrale ricca di fibre e proteine dalla forma tonda e larga, riconoscibile per la crusca sul fondo.
Un tempo veniva cotto ogni sette giorni nei forni comuni.
Di eccezionale conservabilità, una settimana almeno, sino a non molti anni fa si trovava solo in zona, ora è distribuito su quasi tutto il territorio del Ponente ligure. Ottimo tagliato a fette spalmate con il bruss, formaggio tipico della valle e dell’entroterra imperiese.

caratteristiche: Pane tipo casereccio di montagna: si presenta con le foglie di castagne che un tempo avevano la funzione di non far attaccare il preparato alla teglia o alla superficie diretta del forno.

preparazione: Ingredienti: farina di grano, acqua, sale.
Lavorazione: impastare con farina integrale acqua e sale fino a raggiungere una consistenza soda. Lasciare riposare la pasta per alcune ore poi fare le pagnotte. Dopo la cottura su piastra i pani sono di 850 g, piatti e con segno quadrato sulla crosta.

Fonte: La vetrina di Agriligurianet.it – Regione Liguria 2005

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