Peperone quadrato d’Asti

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

La coltivazione del Peperone quadrato d’Asti era particolarmente diffusa nelle aziende astigiane sino alla metà degli anni ’90; la perdita di omogeneità e rusticità della semente hanno determinato, in questo ultimo decennio, una significativa contrazione della coltura su tutto il territorio.

 

Territorio interessato alla produzione: L’area di produzione del Peperone quadrato d’Asti comprendeva il comune di Asti e tutti i comuni della provincia situati lungo l’asta fluviale del Tanaro.

 

Cenni storici e curiosità
Negli orti della piana alluvionale del Tanaro, in particolare nella zona di Motta di Costigliole e Isola d’Asti, il peperone è stato per decenni una coltivazione privilegiata. Al riguardo, esiste una documentazione relativa a un “concorso a premi per la razionale coltivazione degli orti nel circondario di Asti” del 1914, bandito per iniziativa della Società Orticola Astigiana in cui viene evidenziata la produzione di peperoni da parte di numerosi agricoltori della zona.
Ancora negli anni ’60-’70 del secolo scorso, partivano numerosi camion verso i mercati di Torino e Milano. A quei tempi, i coltivatori di peperone erano numerosi e la coltura era redditizia tanto che, ogni anno, si producevano ingenti quantità di peperoni quadrati.
Negli anni ’90 alla mostra (che si tiene ancora oggi a luglio ed agosto a Motta) si presentavano non più di una decina di produttori, che garantivano appena la sopravvivenza della varietà.
Oggi la produzione di Peperone quadrato d’Asti è stata abbandonata; le aziende hanno dirottato l’attenzione su ibridi commerciali di recente introduzione caratterizzati da maggiori rese ed elevata tolleranza ad alcuni patogeni.

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