Composizione:
a. Materia prima: farina di segale, farina di grano tenero (30%), erba aromatica, lievito naturale e di birra.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: le due farine vengono lavorate bene fino ad ottenere un elaborato omogeneo e compatto. Poi si formano delle pagnottelle piatte dal peso di 250 gr. l’una che si lasciano lievitare per un’oretta, durante la quale i pani si alzano di circa 2/3 cm. Vengono poi cotti al forno.
Area di produzione: Cortina d’Ampezzo, in provincia di Belluno.
Note: “puccia”, nel dialetto locale, si dice di una cosa venuta male: “questa torta è venuta come una puccia”, significando che non si è “alzata” o lievitata bene. Questi pani vengono consumati in gran quantità nei rifugi alpini, farciti con i prodotti tipici locali e scaldati prima del consumo. Ciò che li rende particolari è la presenza di un’erba aromatica detta localmente “zigoinr” (una varietà di origano selvatico) che cresce solo in quella zona. Il nome puccia, comune in tutto il meridione, e dal significato di focaccia, alcuni etimologi del passato lo farebbero derivare da “pupja” o da “pucciledda”, bambola. In Ladinia centrale ha il significato di pizza, o pagnotta rotonda fatta in casa. Il Vidossi non stabilisce un nesso fra queste voci settentrionali e quelle del Mezzogiorno.
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