Croccanti e dal cuore morbido, ecco i tipici dolcetti del Carnevale nelle Marche che puoi fare anche a casa

Stefano Maria Meconi  | 03 Feb 2024  | Tempo di lettura: 2 minuti

Gli scroccafusi sono un prodotto tipico delle Marche. Si tratta di dolci fritti che vengono realizzati soprattutto durante il periodo di Carnevale ma che vengono ulteriormente realizzati in occasione di specifiche festività. Sono preparazioni generalmente associate alla cucina tradizionale di pressoché tutto il territorio regionale.

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, in particolare nelle province di Ancona e Macerata.

Cenni storici e curiosità

La presenza degli scroccafusi nella cucina marchigiana delle feste si perde nel tempo. Non vi è un periodo preciso nel quale questi compaiono, infatti, tra i ricettari regionali. Possiamo però immaginare che, prevedendo la presenza dell’alchermes, questi risalgano in ogni caso a dopo il Cinquecento.

Il nome “scroccafuso” deriva dallo scricchiolio che questa pasta fragrante fa al momento dell’assaggio, dovuto in parte a una calda e ben riuscita frittura.

I segreti degli scroccafusi perfetti sono ben celati nella memoria e nella tradizione orale di ciascuna famiglia maceratese e anconetana. Qui sono le nonne, prima che le madri, a portare avanti questa ricetta. Come le chiacchiere/bugie, la loro preparazione è dunque trasmessa a voce di generazione in generazione.

Se in molti usano come liquore il rosso Alchermes, d’origine fiorentina, altri preferiscono il Mistrà (a base d’anice) o il Varnelli, simile a quest’ultimo. Si differenziano dalle castagnole per la tenuta dell’impasto, più croccante.

Scroccafusi ricetta

Ingredienti

  • Farina 250 g
  • Uova 3
  • Zucchero semolato 40 g (circa)
  • Sale q.b.
  • Scorza di limone 
  • Bicarbonato 10 g
  • Liquore 10-20 ml
  • Olio di semi quanto necessario per la frittura

Preparazione degli scroccafusi

La preparazione degli scroccafusi è semplicissima. Si mescolano in una ciotola capiente tutti gli ingredienti, impastando vigorosamente per ottenere una pasta elastica, non morbida e facilmente lavorabile.

Da questa si ricavano dei cilindri, che andranno tagliati in tanti pezzetti di qualche centimetro di larghezza. Una volta formatevi delle sfere, si immergono in abbondante olio di semi bollenti e si friggono. Devono risultare ben dorati da ogni parte.

Si lasciano riposare su della carta assorbente e, quando tiepidi, si coprono con zucchero semolato o a velo.

Stefano Maria Meconi
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