Le seadas (anche dette sebadas o sebada) sono dei dolci tipici della Sardegna, realizzati generalmente in occasione della primavera e oggi diffuse in tutto l’arco dell’anno. Scopriamo insieme storia e ricetta tradizionale.
La seadas è considerata unanimamente come il dolce tipico della Sardegna. E la sua non poteva che essere un’origine legata ai mestieri tradizionali dell’isola dei Nuraghi: infatti, venivano tradizionalmente preparate dalle donne della Barbagia, la regione di montagna cuore pulsante della Sardegna. Erano proprio loro che, nel periodo primaverile, realizzavano questi dolci tipici della cucina popolare per celebrare il ritorno a casa dei pastori dopo la fredda stagione invernale che avevano passato a pascolare i loro greggi. Ancor più anticamente, pare che sia stata l’influenza spagnola a definire almeno il nome di questo dolce: una seada, più seadas deriverebbero infatti dal verbo cebar, che in spagnolo significa “cibare, nutrire”, ma anche al cereale chiamato cebada che già i Romani coltivavano in Sardegna oltre duemila anni fa.
Non è chiaro quale sia il comune o la zona precisa in cui questa ricetta è stata realizzata per la prima volta, ma alcue fonti indicano Urzulei e Dorgali, e comunque tra Ogliastra e Barbagia di Ollolai. Oggi, in ogni caso, si trovano senza soluzione di continuità in tutta l’isola.
Le seadas sono un dolce da cucinare fritto, solitamente di forma circolare, con un ripieno di formaggio pecorino lievemente inacidito (aromatizzato con buccia di limone o di arancia grattugiata) ricoperta da una pasta di semola di grano duro.
Cuocere a fuoco lento il formaggio pecorino, leggermente acido e grattugiato. Una volta che la pasta di formaggio è diventata filante in una massa compatta, aggiungere la buccia di un’arancia o di un limone e togliere dal fuoco. Porre il composto ancora caldo a cucchiaiate sopra una tavola di legno e pressare per ottenere delle forme circolari di circa 6 cm di diametro e di circa ½ cm di altezza. Lasciare asciugare le formine per qualche ora girandole regolarmente.
Impastare la farina di grano duro, acqua tiepida e aggiungere lentamente lo strutto sino a raggiungere una consistenza morbida. Stendere a sfoglia sottile e tagliare in cerchi di 10 cm di diametro ognuno. Porre il ripieno in ogni disco, richiudere pressando bene la pasta nei bordi. Friggere le seadas così ottenute in olio d’oliva bollente, scolare velocemente e ricoprire con miele caldo (solitamente il miele amaro di corbezzolo), oppure in mancanza di miele si può utilizzare lo zucchero.
Oltre alle ricette tradizionali, la Sardegna è anche ricca di vini tipici di altissima qualità che si abbinano perfettamente alle seadas. Tra questi ci sono la Malvasia di Bosa e il Nasco di Cagliari, entrambe a Denominazione di Origine Controllata. Spostandoci nelle altre regioni italiane, abbinamenti di livello sono quelli con lo Zibibbo di Siracusa, il Moscato d’Asti e il Colli Euganei.
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