Tomata Maresa

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 3 minuti

Area di produzione
Maracalagonis e zone limitrofe

 

Descrizione
Trattasi di una popolazione locale di pomodoro (lycopersicon esculentum Mill.) caratteristica della zona di Maracalagonis e in piccola percentuale nei paesi limitrofi, conosciuto come “Sa Tomata Maresa”. La pianta si presenta con una vegetazione espansa e con le foglie sottili.
Esistono diversi ecotipi, con frutti di colore rosa/rosso che a maturazione si presentano con una media costolatura all’apice peduncolare e una leggera solcatura nell’intero frutto.
Nell’ecotipo “Piriciolla” la colorazione della buccia è rosso/ violacea (colorazione vinosa) sottile e liscia , la polpa abbondante, granulosa e con pochi semi. La pezzatura è medio/grande con peso tra 200/300 grammi fino ai 500 gr. Veniva coltivato in asciutto in prossimità di zone umide e spesso salmastre (Su Staini) conferendo al pomodoro un sapore particolarmente marcato, impiegato come pomodoro insalataro, da sugo e per ottenere pomodori secchi. La produzione è in atto, prevalentemente condotta nel comune di Maracalagonis e zone limitrofe.

 

Coltivazione
Sa “Tomata maresa” viene coltivata in pieno campo nel periodo tra il mese di marzo e novembre, ma la raccolta avviene da fine maggio.
La coltivazione viene eseguita su piccoli appezzamenti con la preparazione del semenzaio, “sa tuedda” o in contenitori alveolari dedicati e successivamente avviene il trapianto in pieno campo su superfici precedentemente lavorate, in filari con interdistanza tra pianta e pianta di circa 60/70cm e con una densità di impianto mai superiore alle 20.000 piante per ettaro.
Le piantine essendo a crescita indeterminata , vengono impalcate in apposita struttura in canne (raccolte nei mesi di gennaio e febbraio per preservarne la durata) e legate ad esse con degli spaghi (“Sa Troccia”) per permettere alla pianta uno sviluppo in verticale con una migliore aereazione e soleggiamento della vegetazione e degli stessi frutti, con ottimi benefici sanitari e organolettici del prodotto. Questo tipo di impalco a spalliera è caratteristico del luogo.
Tutte le operazioni colturali vengono eseguite a mano (legatura, cimatura, scacchiatura – ossia l’eliminazione dei getti ascellari secondari, diserbo, lavorazione del terreno, raccolta). Oggi l’irrigazione viene eseguita col sistema a goccia e con il sistema a infiltrazione laterale. La produzione media per pianta si aggira intorno ai 6 fino ai 10 Kg.

 

Cenni storici e curiosità
E’ una coltivazione tradizionale della zona di Maracalagonis praticata con tecniche di coltivazione pressochè invariate. La tradizionalità è documentabile attraverso foto e interviste ai quasi centenari del paese.
Attualmente alla coltivazione di questi ecotipi autoctoni non ibridi, per la limitata resistenza ai patogeni, sono state affiancate varietà ibride F1, caratterizzate da una maggiore resistenza, uniformità di produzione, regolarità di allegagione, consistenza e serbevolezza della bacca e adattamento alle diverse condizioni pedoclimatiche. Questo prodotto è legato alla consuetudine rurale di Maracalagonis e, nel dopoguerra, diviene coltivazione intensiva affiancando la coltivazione della vite come complemento al reddito nei mesi estivi. Ottimo insalataro, è stato utilizzato sin dall’ottocento come ingrediente impiegato nell’alimentazione dei contadini, povera di condimenti, in genere come accompagnamento al pane “pani e tomata”.
Le caratteristiche dei terreni vocati a tali produzione, la loro composizione fisico chimica e la vicinanza al mare conferiscono al pomodoro marese un gusto intenso e marcato che si esprime proprio nell’accompagnamento ai pani tradizionali locali. Attualmente tale coltivazione è condotta dalle generazioni successive ai cosiddetti “pionieri” di tale produzione degli anni ’50 e ’60.

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