Prosciutto di Pietraroja

PaesidelGusto  | 19 Feb 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

Il prosciutto di Pietraroja è un prodotto tipico della Campania. Prende il nome dal comune di Pietraroja/Pietraroia, situato in provincia di Benevento a una altitudine di 818 metri sul livello del mare.

Immerso tra le montagne del Matese (Appennino meridionale), è direttamente confinante con il Molise (comuni di Guardiaregia e Sepino). È, inoltre, il secondo comune del beneventano per altitudine media. Entro i suoi confini si trova parte del Monte Mutria, una delle vette più alte del Matese.

La storia del prosciutto di Pietraroja

Il prosciutto di Pietraroja nasce, probabilmente, nel corso del Medioevo. Il borgo che oggi si chiama Pietraroja, in epoca romana era Telesia: fu distrutto da Lucio Cornelio Silla nell’85 avanti Cristo come repressione contro i Sanniti.

Gli abitanti, i Telesini, fuggirono poi verso una zona poco distante, che dovettero abbandonare a causa di un disastro naturale. Il nuovo abitato, Pietraroja appunto, rimase poi nella location attualmente visibile.

La zona, di montagna ma non ad altissima quota, ha da sempre favorito lo sviluppo della pastorizia e dell’allevamento: formaggi (soprattutto caciocavalli) e salumi erano all’ordine del giorno. Da questa cultura popolare del cibo nacque, progressivamente, il prosciutto di Pietraroja.

La sua importanza nel territorio è attestata in un documento del 1776 del Duca di Laurenzana di Piedimonte Matese, che richiedeva ai locali una fornitura di “Prigiotta”, i prosciutti appunto.

Lo storico Antonio Iamalio, nel 1917, descrive inoltre la floridezza della produzione dei prosciuttifici locali, favoriti dall’ottimo clima di montagna.

Scheda prodotto

  • Territorio interessato alla produzione: Territorio comunale di Pietraroja, per quanto attiene le fasi di asciugatura e stagionatura; anche zone limitrofe per la lavorazione delle cosce (BN)
  • Descrizione sintetica del prodotto: Prosciutto intero, con stagionatura di almeno 12 mesi. Di forma classica, di peso variabile dai 9 ai 15 Kg, presenta un tipico colore rosso cupo.
  • Tecnica di lavorazione del prosciutto di Pietraroja: Le cosce di suino sono dapprima messi sotto sale e lasciati riposare per 30 giorni circa, poi pressati per altri 2 giorni, asciugati per 4 e nuovamente pressati per 2 giorni. Il processo si conclude con l’affumicatura naturale e la stagionatura in locali di legno coperti con terracotta, che dura due anni.

Abbinamenti

Il prosciutto di Pietraroja e gli ulteriori prodotti della norcineria matese trovano nella ricca disponibilità di vini campani degli abbinamenti d’autore. Tra quelli da servire insieme alle specialità pietrarojesi citiamo:

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