Qui abitano meno di 2000 persone eppure è una vera capitale dei sapori: a 600 metri tra le cime d’Abruzzo c’è la città del miele che in pochi conoscono

Claudio Garau  | 22 Ago 2025

C’è un borgo, abbracciato dalle dolci curve dell’Abruzzo interno, dove il tempo sembra scorrere con il ritmo quieto delle stagioni e l’aria profuma di miele. Si chiama Tornareccio, ed è un piccolo gioiello in provincia di Chieti, adagiato su un’altura ai piedi del Monte Pallano, immerso in un paesaggio dove storia, natura e sapori si intrecciano come le trame di un racconto antico. La tua prossima destinazione per una gita in compagnia dei tuoi familiari e amici ti offrirà proprio ciò che stai cercando.

Sulle tracce dell’antico Monte Pallano, ecco il borgo tra cielo e terra


Fin dal primo sguardo, Tornareccio conquista con il suo fascino da borgo autentico. Le sue chiese, i palazzi storici e gli angoli di pietra raccontano secoli di vita e devozione. La Porta Nuova, il Palazzo Malocchi e il suggestivo “muro rotto” nella piazzetta principale sono solo alcuni dei dettagli che danno carattere a questo paese. Tra le sue quattro chiese, spiccano per bellezza e storia quella della Madonna del Carmine, con i sotterranei visitabili e la statua di Santo Stefano in facciata, e la chiesa di San Rocco, cuore spirituale della comunità.
Le origini di Tornareccio si perdono nella notte dei tempi: si narra che fosse abitata già nel Paleolitico, ma è nel Medioevo che il borgo prende forma, crescendo attorno al monastero benedettino di Santo Stefano in Lucania, dove i monaci, seguendo la regola ora et labora, insegnarono alle popolazioni locali a coltivare la terra e a costruire comunità.
Basta allontanarsi di pochi chilometri dal centro per ritrovarsi in uno dei luoghi più affascinanti dell’Abruzzo: il Monte Pallano. Da lassù, la vista si apre sulla Maiella, regalando scenari mozzafiato. Ma il Monte Pallano non è solo natura: è un museo a cielo aperto, dove si possono esplorare le Mura Megalitiche (V-IV secolo a.C.) e l’antico insediamento di Fonte Benedetti, testimonianze di un passato preromano ricco e misterioso.

Un viaggio nei sapori autentici, il miele e la festa che accende Tornareccio


Tornareccio è terra di pastori e apicoltori, di mani esperte che da generazioni tramandano i segreti della trasformazione del latte, delle carni e del nettare delle api. Qui il gusto è una cosa seria, e ogni piatto racconta una storia di lavoro, stagioni e amore per il territorio. Nei ristoranti e nelle botteghe del paese si possono assaporare formaggi freschi, salumi e prosciutti saporiti, insaccati e naturalmente miele. Miele in tutte le sue declinazioni: dall’acacia al castagno, dal timo al coriandolo, dal millefiori di montagna alla sulla.
Con oltre 10milai, Tornareccio è la vera capitale abruzzese del miele, e una delle trenta Città del Miele d’Italia. È stato proprio qui, nel 2002, che il paese è entrato come socio fondatore dell’Associazione Nazionale delle Città del Miele, a testimonianza di una tradizione secolare custodita con orgoglio.
Ogni anno, nell’ultimo weekend di settembre, Tornareccio si veste a festa per “Regina di Miele”, la manifestazione che celebra l’eccellenza della produzione apistica locale e l’identità profonda del territorio. L’edizione 2025 – la diciannovesima – si svolgerà sabato 27 e domenica 28 settembre, nel cuore del centro storico.
Stand colmi di colori e profumi, degustazioni, mostre-mercato, spettacoli, concerti e percorsi enogastronomici trasformano il borgo in un palcoscenico di sapori e cultura, dove il miele non è solo protagonista ma anche simbolo di una terra generosa. Il visitatore troverà tutto ciò che desidera per arricchire la sua esperienza nel borgo. E, oltre ai prodotti dell’alveare – come propoli e pappa reale – sarà possibile scoprire l’artigianato locale, partecipare a dibattiti, laboratori artistici, eventi musicali e ad attività per grandi e piccini.

Claudio Garau
Claudio Garau


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