Bello come la Laguna, buono come una verdura: questo radicchio è il più versatile da usare in cucina

Adriano Bocci  | 19 Feb 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
Radicchio di Chioggia

Come un gioiello della laguna veneziana, il radicchio di Chioggia IGP sfoggia le sue foglie rosse in una danza di colori che ricorda i tramonti sull’acqua. Questa varietà, della terra veneta si coltiva con dedizione seguendo metodi vecchi ormai di secoli.

Il radicchio di Chioggia non si limita a impreziosire il piatto con il suo colore vivace, ma introduce un gusto molto speciale che trasforma le ricette. Dalle insalate fresche alle grigliate aromatiche, questo radicchio fresco, dolce e leggermente amarognolo cambia le carte in tavola sin dal 1761, espressione di un patrimonio culinario che continua a ispirare chef e appassionati di cucina, dando a ogni piatto quel tocco di colore (e di croccantezza) in più che non guasta mai.

Una storia di fortuna e amore

Il radicchio di Chioggia IGP condivide la sua origine con altre prestigiose varietà regionali. Coltivato in un’area che abbraccia Venezia, Padova e Rovigo si è guadagnato l’Indicazione Geografica Protetta grazie alla sua qualità eccezionale e al legame profondo con il territorio.

Già nel XV secolo, il radicchio rosso, introdotto nel Veneto dai commercianti veneziani, divenne fondamentale nell’alimentazione locale, testimoniato da documenti storici che ne lodano le virtù. Il XIX secolo vide la nascita del ciosoto, un precursore del radicchio Rosso di Chioggia, trasformando questo ortaggio in un simbolo di prestigio.

Curiosamente si pensava che il radicchio portasse fortuna e amore, un’idea cantata nelle canzoni popolari e radicata nelle tradizioni. La svolta avvenne negli anni ’30, quando, da una selezione accurata del seme di “radicchio variegato di Castelfranco”, nacque il “radicchio variegato di Chioggia”, che si evolse nel “radicchio rosso di Chioggia” riconosciuto oggi.

La semina del radicchio di Chioggia avviene tra marzo e agosto, adattandosi ai ritmi naturali della regione per garantire la qualità ottimale. La raccolta, che inizia a giugno e si conclude a marzo dell’anno seguente, segue un processo meticoloso che assicura che solo i cespi più belli e sani raggiungano il consumatore.

L’introduzione della forzatura negli anni ’70 ha permesso la produzione del “rosso Chioggia precoce”, disponibile già in primavera, testimoniando l’innovazione continua che caratterizza la coltivazione di questo radicchio. Questo processo, insieme alla selezione accurata, sottolinea l’impegno dei produttori nel mantenere viva una tradizione agricola di eccellenza, facendo del Radicchio di Chioggia IGP una vera espressione della cultura e del saper fare veneto.

Ricette col radicchio di Chioggia

Risotto con radicchio di chiocchia, pancetta e vino rosso
Risotto con radicchio di Chioggia, pancetta e vino rosso

Se non riuscite a trovare il radicchio di Chioggia, ed avete il pollice verde, crescetelo voi.

Tra le ricette che esaltano al meglio questo prodotto vi è il risotto con radicchio, pancetta e vino rosso, una pietanza che incarna l’essenza della tradizione culinaria del Veneto, arricchendo la tavola con colori e sapori autunnali.

Oltre a questo classico, il radicchio di Chioggia si presta bene per varie cose:

  • Insalate fresche e croccanti, dove il suo gusto leggermente amarognolo contrasta piacevolmente con ingredienti dolci come pere o frutti di bosco, arricchito da una spolverata di noci tostate e scaglie di formaggio per un’esplosione di sapori.
  • Torte salate e quiche, dove le foglie di radicchio, appassite leggermente in padella con un filo d’olio e aglio, diventano il cuore di piatti caldi e avvolgenti, perfetti per le cene invernali.
  • Come contorno stufato, accompagnato da spezie come il cumino o il coriandolo, per un sapore che sorprende e invita alla scoperta di combinazioni gustative meno convenzionali.

La ricetta del risotto con radicchio, pancetta e vino rosso si distingue per l’armonia dei suoi ingredienti.

Partendo da una base di cipolla dorata in padella, il riso viene tostato per poi essere sfumato con il vino. Il radicchio, aggiunto a metà cottura, mantiene una consistenza ideale che contrasta con la cremosità del risotto, finito con una generosa manciata di Parmigiano Reggiano per un ultimo tocco di gusto.

Adriano Bocci
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