Piatto tipico lucano, la rafanata deve il suo nome all’ingrediente principale: il rafano. Questa radice trova largo impiego nella cucina della Basilicata, mentre al di fuori dei confini regionali è molto difficile trovare traccia di questo ingrediente e delle ricette associate.
Una curiosità: un tempo il rafano era considerato il tartufo dei poveri.
La si potrebbe descrivere come una frittata ricca di uova, pecorino, rafano grattugiato e patate. Nella tradizione originaria la Rafanata veniva cotta alla brace, posizionando la carbonella sia sotto che sopra la pentola, oggi invece preparata al forno o in padella. Se i metodi di cottura attuali sono sicuramente più immediati e di facile realizzo questi ultimi fanno perdere parte del sapore tipico di affumicatura, caratteristico della ricetta originale.
Per preparare la Rafanata al forno il procedimento è identico, ovviamente versate il tutto in una teglia rivestita di carta forno. Fate cuocete a 200°C per 30 minuti.
Se ben coperta da pellicola per alimenti, la Rafanata si mantiene in frigorifero anche per 2-3 giorni. Ricordate sempre di consumarla dopo averla riscaldata in padella o al forno per pochi minuti, così da far risaltare i sapori.
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