Tertia pars turtellorum monachorum est, si legge in una pergamena del 1112. La terza parte dei tortelli spetta ai monaci.
Nel cuore dell’Italia, dove la gastronomia è una forma d’arte e ogni piatto ha una storia a sé, i tortellini sono piccoli ma deliziosi principi al centro di tanti dibattiti pieni di orgoglio, soprattutto sugli ingredienti.
Oggi, soprattutto su internet, è zeppo di metodi di cottura, ricette, e ripieno dei tortellini a dir poco eterogenei poiché ognuno vuole dire la sua, seppur la versione ufficiale fu depositata il 7 dicembre 1974, con tanto di Atto Notarile presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, dalla Dotta Confraternita del Tortellino e dalla delegazione dell’Accademia Italiana della cucina.
La loro origine precisa proviene da uno storico di nome Cervellati che nomina i Tortellum ad Natale già nel dodicesimo secolo, e infatti i primi riferimenti derivano dal 1300, mentre nel 1400 appaiono anche nel Decameron di Boccaccio. Per quanto effettivamente abbia più forme e più twist di una storia del Decameron, il tortellino prende il suo nome dalla parola torta, e si faceva giusto in occasioni speciali rimettendo mano alla carne avanzata.
Due potenze contrastanti si sfidano costantemente, Bologna e Modena, come Jedi e Sith, a colpi di mattarelli (non laser, purtroppo). Principalmente la disputa ruota attorno a 3 questioni importanti:
Insomma, lato chiaro e lato oscuro: scegliete da che parte stare e preparate i mattarelli.
C’è però da tenere a mente una cosa.
La ricetta originale potrete trovarla comodamente qui, sul sito della Dotta Confraternita del Tortellino. Punto è che la preparazione originale è per 1000 tortellini, e difficilmente avremo voglia di prepararne così tanti. Forse.
Per comodità, quindi, vi indichiamo una versione del ripieno leggermente facilitata ma sempre tradizionale: restate con noi, e che il ripieno sia con voi.
Tanto amore per il Lambrusco.
Un buon brodo di carne, sia di cappone che di manzo, serve per il gusto ricco e delicato dei tortellini originali, offrendo un contrasto soave ma deciso che ne risalta il sapore.
Detto questo, per il vino, la scelta ideale cade su un Lambrusco frizzante, che con le sue bollicine e la sua freschezza, si abbina perfettamente alla consistenza e al gusto dei tortellini. La vivacità del Lambrusco pulisce il palato.
In alternativa, per non essere pignoli in caso si abbia voglia di un bianco, possiamo accostare un Pignoletto, il Rose di Bacco, vino bianco della regione che dà una nota di acidità e freschezza che complementa bene la ricchezza del tortellino, rendendo l’esperienza gastronomica completa e soddisfacente.
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