Riso S. Andrea Piemonte

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

CONSOLIDATE NEL TEMPO: LIn un contesto internazionale, il settore risicolo italiano sarebbe il primo a soccombere se la crisi del settore dovesse permanere o aggravarsi ulteriormente. In questo scenario, risulta evidente che una delle strade da percorrere sia quella della valorizzazione delle varietà tipiche italiane, che possiedono caratteristiche qualitative di pregio, da tempo riconosciute, ma, meno che mai, pubblicizzate.
Dal punto di vista geografico, la coltivazione del S. Andrea è legata ad un’area ben delimitata della baraggia vercellese con caratteristiche pedoclimatiche specifiche. Ciò fa si che, anche dal punto di vista colturale, quando si parla di S. Andrea, la mente corra subito alla zona baraggiva, terra di eriche e boschi ai piedi del Monte Rosa. Qui, i ritmi di vita e di lavoro risentono ancora delle tradizioni antiche e l’uomo si assoggetta ai ritmi della natura: ad esempio, il terreno non può essere lavorato quando si vuole, ma solo quando esso stesso lo consente.

ZONA DI PRODUZIONE: Il risone destinato alla produzione del riso “S. Andrea Piemonte” viene coltivato, trasformato ed

INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: Per la produzione del Riso S. Andrea è possibile usare solo ed esclusivamente macchine sbiancatrici “tipo Amburgo” aventi telarini (griglie) alcuni con fessure allungate, posizionate con la loro

DESCRIZIONE DEI LOCALI DI CONFEZIONAMENTO E/O DI CONSERVAZIONE: Il prodotto in lavorazione deve sostare entro un deposito prima di passare da una macchina all’altra.

VENTICINQUE ANNI DEL PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: La coltivazione del riso S. Andrea è localizzata, prevalentemente, nella zona baraggiva che si estende nelle province di Vercelli e Biella ed è delimitata a Nord dalle Prealpi biellesi, ad Est dal fiume Sesia, ad Ovest dal torrente Elvo e, a Sud, da una linea che collega il comune di Santhià con il torrente Cervo ed il fiume Sesia. I pianori della baraggia rappresentano i primi terreni che collegano la bassa collina con la fertile Pianura Padana.
I primi dati riguardanti la coltivazione della varietà S. Andrea risalgono al 1961 quando la cultivar si estendeva su 15 ettari. Per i tre anni successivi, non sono disponibili dati, mentre, nel 1964, la varietà risulta coltivata su 20 ettari. Da questo momento, l’estensione dell’area coltivata a S. Andrea è in continuo aumento: 834 ettari nel 1966, 1.846 ettari nel 1970, 3.415 ettari nel 1975, 6.273 ettari nel 1980, ma la punta massima viene raggiunta nel 1990 con l’estensione di 11.469 ettari.

Bibliografia:

FONTE: B.U.R. Piemonte, Supplemento al numero 23 – 6 giugno 2002

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