I rubatà sono uno dei due tipi di grissino che sono nati secoli fa in Piemonte. Il termine “rubatà” in
piemontese significa “caduto”, “ruzzolato” ed è probabilmente riferito al gesto che il fornaio compie
lasciando cadere le strisce di pasta sul tavolo dove saranno arrotolate. Altra spiegazione può essere il vero e proprio arrotolamento che il fornaio esegue per allungare i grissini.
Territorio interessato alla produzione: I rubatà sono prodotti e in tutto il Piemonte, con un epicentro storico a Chieri, Andezeno e Poirino (TO).
Esiste una vasta e altrettanto storica zona di produzione anche nella provincia di Cuneo, dal monregalese alle Langhe.
Cenni storici e curiosità
Il termine grissino deriva da “grissia” o “gherssa” il pane, un tempo, a forma allungata e stretta, usato in tutto il Piemonte, simile alle baguette francesi. Esasperando la forma allungata del pane e assottigliandola sempre più, è nato il grissino; di certo fece la sua comparsa alla metà del 1600.
Esiste un documento del 1793, nell’archivio storico del Comune di Mondovì, riguardante le tasse sul pane, in cui si menziona “…pane lungo bianco detto lavato, ed il detto rubattato, ogni lib. Soldi 2,4…”.
La storia del rubatà si mescola nel passato a quella del grissino stirato, e le tracce si confondono, anche se alcuni, spinti da pur sane passioni campanilistiche, tendono a creare distinzioni storiche anche dove non vi è nessuna certezza documentale.
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