Era il 22 giugno del 1986 quando in campo si stavano sfidando Argentina e Inghilterra, durante il secondo tempo uno tra i goal più famosi della storia, a segnare fu Maradona che, come commentò la rete fortuita durante la conferenza stampa post-partita cosi: “Un po’ con la testa di Maradona ed un altro po’ con la mano di Dio“. Chi non ricorda quest’episodio? Gesto celebrato ovunque per anni, ancora oggi. In questo caso però la mano è fatta di pasta di pizza e la palla di mozzarella di Bufala. L’idea di questo piatto al di fuori del comune è di Ciro Di Maio, pizzaiolo di Frattamaggiore con un locale a Brescia.
Piuttosto bizzarra questa nuova creazione: una mano fatta con la pasta della pizza che regge una mozzarella di bufala, il tutto condito con pomodorini, foglie di basilico e un giro d’olio EVO. Siamo alla pizzeria San Ciro di Brescia e la pizza è stata ideata a fine dicembre. Ho raggiunto al telefono Ciro Di Maio per farci raccontare la storia di questa particolare creazione. “I clienti stanno rispondendo benissimo piace e me la chiedono, pochi giorni fa ad esempio ne hanno ordinate tre sullo stesso tavolo” mi spiega il pizzaiolo napoletano “Sulla pizza mettiamo 260 g bufala, datterni saltati in padella e la pasta di pizza realizzata a forma di mano.” Una domanda mi sorge spontanea, ma la forma della mano ricalca la tua? “La forma della mano è la mia, la mano di Maradona era piccola anche perché era bassino come me”
“L’impasto è quello normale della classica pizza napoletana a ruota di carro, poi ci sono due mozzarelle di bufala di Mondragone DOP, una al centro della mano e una a spicchi intorno e i pomodorini che rappresenta la lava del Vesuvio preparati in una crema servita a caldo. L idea mi è venuta perché io ho la passione di scrivere dei testi, negli ultimi anni ho conosciuto persone nel mondo della musica. Nello scrivere una canzone dedicata a Napoli, sono arrivato a Maradona, così insieme a mio fratello ci siamo detti, perché non rappresentarlo anche nella nostra pizzeria?”
“Ho sempre viaggiato per portare Napoli fuori da Napoli, per farla conoscere, ci sono tanti napoletani a Brescia. Mi sono fermato a Brescia perché mi trovo bene e i bresciani mi hanno accolto da subito, vivo qui da 13 anni e da 8 ho aperto la mia la pizzeria, San Ciro, in onore dei miei nonni.” Mi racconta Ciro, l’entrassimo per il suo lavoro trapela da ogni parola, il suo punto fermo è la ricerca di qualità. “La gente paga e deve ricevere un prodotto di alta qualità.” Come nel caso delle sue pizze più richieste ovvero la Verace “una margherita con mozzarella di bufala di Mondragone e in uscita olio delle terre di Bari, ma anche quella con la porchetta di Ariccia IGP con provola affumicata, patate e funghi champignon. Tra le più richieste anche i gusti in omaggio alla cucina romana come la pizza all’amatriciana e quella alla carbonara con guanciale pepato di amatrice.”
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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