Sembra uscito da una cartolina eppure esiste davvero: cosa vedere e cosa mangiare nel borgo incantato del Rossese DOC in Liguria

Marianna Di Pilla  | 01 Mag 2025
[foto copertina @Kirk Fisher/Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Chi ama fare gite per riscoprire la quiete della vita di campagna e desidera allontanarsi, almeno per una giornata, dal trambusto dei centri urbani, dovrebbe visitare Dolceacqua, paesino dell’estremo ponente ligure con poco più di duemila abitanti. Situato nel cuore della valle Nervia, il suo nome deriva dal latino villa dulciaca, fondo rustico di età romana e, infatti, le prime tracce della località si collocano nel V secolo a.c.

Luogo dal sapore antico e.. con un ponte che è un gioiello di leggerezza: con queste parole il pittore Monet descrisse Dolceacqua durante la sua permanenza nel 1884, dopo un primo viaggio in compagnia di Renoir. La sua opera “Le Château de Dolceacqua” nel 2019 è stata esposta per qualche mese nel maestoso Castello dei Doria, che domina dall’alto il borgo.

Con un bel mix di natura, arte, storia e gastronomia – il vino Rossese è il primo in Liguria ad aver ottenuto nel 1972 la Denominazione di Origine Controllata  – Dolceacqua è certamente un angolo incantevole dove passare un weekend, in compagnia dei familiari o degli amici.

Cosa vedere durante una gita a Dolceacqua

Dolceacqua, cosa vedere
Dolceacqua, cosa vedere

Chiunque visiti Dolceacqua per la prima volta scoprirà un borgo dalle tante sfaccettature e dal fascino medievale. Le occasioni per fare foto memorabili non mancheranno. Attraversata dal torrente Nervia, Dolceacqua ha nel Ponte Vecchio – costruito nel XV secolo – un vero e proprio simbolo locale, che spicca per la campata unica a schiena d’asino di ben 33 metri.

La zona più ricca di storia del paesino è conosciuta come Terra (Téra nel dialetto locale) e si sviluppa ai piedi del citato Castello dei Doria, nobile e antica famiglia ligure. L’edificio, visitabile dai turisti, ha una storia lunga 900 anni e la sua torre offre una vista spettacolare sul paese e sulla vallata circostante.

Passeggiare per le stradine acciottolate del centro storico – i carugi – osservando le abitazioni in pietra, le botteghe e gli antichi cortili è un’esperienza che riporta indietro nel tempo. Nella visita di Dolceacqua altri luoghi di interesse sono la centrale piazza Garibaldi e le chiese di Sant’Antonio Abate e di San Giorgio.

Da non perdere è anche il coinvolgente Visionarium – una originale sala da proiezione in cui immagini, musica, poesia e effetti speciali si fondono insieme – e il palazzo Luigina Garoscio, sede della locale pinacoteca.

Ecco cosa mangiare e bere a Dolceacqua


Dolceacqua, cosa mangiare [foto @Kirk Fisher/Shutterstock.com/solo uso editoriale]

Questo borgo ligure offre una ricca tradizione gastronomica, che riflette cultura e storia locali, e rappresenta un esempio tipico di cucina mediterranea. Il citato Rossese è un vino rosso di cui il turista potrà visitare le cantine, partecipando altresì alla degustazione. La qualità del prodotto è conclamata da secoli, essendo stato apprezzato anche dall’ammiraglio Andrea Doria e da Napoleone Bonaparte.

Tra i primi piatti spicca la peculiarità degli gnocchi preparati con il pane secco bagnato nel latte e assolutamente da assaggiare per scoprire i sapori locali. Oltre allo stoccafisso cotto in casseruola con cipolla, pomodoro e aglio, prezzemolo, sarà il coniglio alla ligure  rosolato nell’olio – e con l’aggiunta di aglio e cipolla – a conquistare il palato del visitatore. Il piatto viene servito ricoperto di vino Rossese.

Mentre chi ama i formaggi dal gusto deciso non potrà non assaggiare il brusso, specialità locale ricavata dal latte di capra cagliato. Tra i piatti tipici di Dolceacqua abbiamo poi la tacunà, una crostata rustica formata da due strati di pasta frolla che racchiudono una generosa quantità di marmellata.

Infine, da provare saranno anche la michetta di Dolceacqua, il salame dolce e le cucarde, una varietà di gustose bugie fritte nell’olio.

[foto copertina @Kirk Fisher/Shutterstock.com/solo uso editoriale]

(articolo a cura di Claudio Garau)

Marianna Di Pilla
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