Semiconserva di rafano

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

Materia prima: radice di rafano.

Tecnologia di lavorazione: la radice di rafano, dopo accurata pulitura, viene grattugiata; le si addiziona un po’ di pane grattugiato e si aromatizza con l’aceto meglio se balsamico, poi si aggiunge olio mescolando il tutto. Si mette nei barattoli coprendo d’olio. Si mantiene anche per mesi.

Maturazione:

Area di produzione: Ferrarese e Modenese.

Calendario di produzione: autunno-inverno.

Note: in alcune zone viene addolcita con il formaggio. Sembra che questa conserva sia stata portata a Modena dalla moglie del penultimo duca di questa città, di origine austriaca. La facile conservazione di questo prodotto, che pur non essendo stato sterilizzato si conserva per lungo tempo in frigorifero, si spiega con la presenza, nella pianta di rafano come in quella di tutte le piante, di sostanze aromatiche (polifenoli, acidi fitici, saponine) che caratterizzano i loro odori e i sapori, con funzione antibatterica.

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