Sfogliata o torta degli ebrei, tibuia

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

Torta salata composta da vari strati sovrapposti di un impasto a base di farina, burro, strutto e formaggio parmigiano-reggiano.

 

Territorio interessato alla produzione: Finale Emila, comune della bassa pianura modenese

 

Cenni storici e curiosità
Secondo Annamaria Masina, già nel 1626 la torta aveva fatto la sua comparsa al Finale: esiste infatti, presso l’Archivio di Stato di Modena, la denuncia inoltrata in quell’anno contro un cristiano, certo Giacomo Bertancini, il quale aveva mangiato in prigione, in tempo di Quaresima, la “torta grassa” rubata ad un ebreo. Da Piero Gigli apprendiamo invece che il segreto della sua preparazione, custodito gelosamente per secoli dagli ebrei del Finale, venne divulgato ai cristiani da un certo Mandolino Rimini, un ebreo convertitosi nel 1861. Costui, dopo essersi fatto battezzare e aver assunto il nome di Giuseppe Alfonso Maria Alinovi, pensò bene di vendicarsi del disprezzo dimostratogli dai suoi antichi correligionari, giocando loro uno scherzo atroce: rese pubblica la ricetta della torta, e si mise a venderla ai cristiani sotto ai portici di Santa Caterina (l’odierna Via Mazzini), dopo aver sostituito il burro o il grasso d’oca con lo strutto che, quale derivato del maiale, è inviso agli ebrei come l’acqua santa al diavolo.

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