Siamo nel cuore del Piemonte, dove storia e tradizioni agricole si incontrano. In provincia di Torino, Carmagnola è una città di grande fascino, nota soprattutto per la produzione di peperoni e per il suo patrimonio storico.
Con una storia che affonda le radici nel Medioevo e una vocazione agricola che ne ha fatto un centro di eccellenza, Carmagnola è una meta ideale per chi desidera scoprire le tradizioni rurali del Piemonte, godere della sua cucina ricca di sapori genuini e immergersi in un territorio che coniuga arte, natura e agricoltura.
Cosa vedere a Carmagnola [foto @Framarzo – Shutterstock.com/solo uso editoriale]
Carmagnola ha origini molto antiche, risalenti al periodo romano, quando la zona era attraversata da importanti vie di comunicazione. Tuttavia, il borgo si sviluppò principalmente durante il Medioevo, diventando un punto strategico di difesa e di passaggio lungo le rotte commerciali. La città fu a lungo contesa tra le grandi famiglie nobiliari del Piemonte e nel XV secolo entrò a far parte dei domini dei Savoia. Questo lungo passato di influenze nobiliari e militari ha lasciato un’impronta significativa nella storia e nell’architettura di Carmagnola, che conserva ancora oggi importanti testimonianze del suo passato.
Il Castello di Carmagnola è uno dei simboli della città e uno dei monumenti più importanti del Piemonte. Costruito nel XIII secolo, il castello fu in origine una fortezza medievale, destinata a proteggere il borgo dagli attacchi esterni. Nel corso dei secoli, la struttura subì numerosi ampliamenti e trasformazioni, diventando una residenza signorile.
Dall’architettura laica del castello si passa a quella religiosa della Collegiata dei Santi Pietro e Paolo in pieno centro storico. Costruita nel XVII secolo in stile barocco, la chiesa si impone allo sguardo del visitatore con la sua facciata monumentale, e all’interno lo lascia senza fiato con una moltitudine di preziosi affreschi e sculture. Tra le opere più importanti custodite dentro una chiesa considerata tra i maggiori esempi di architettura barocca piemontese c’è il coro ligneo intarsiato e un organo monumentale del XVIII secolo.
Un altro edificio religioso di grande interesse è la Chiesa di San Filippo, situata sempre nel centro di Carmagnola. Costruita nel XVIII secolo e anch’essa barocca, conserva fondamentali opere d’arte come un ciclo di affreschi raffiguranti scene della vita di San Filippo Neri.
Tra i prodotti tipici della zona, spicca senza dubbio il già citato peperone, ortaggio di eccellenza che ha reso celebre la città.
Il Peperone di Carmagnola è il prodotto simbolo della città, noto per la sua qualità superiore e il suo sapore dolce e intenso. Coltivato nelle campagne intorno a Carmagnola, il peperone è utilizzato in numerose ricette tradizionali, ogni anno a settembre è celebrato in occasione della Fiera del Peperone, evento gastronomico che attira visitatori da tutta Italia ed è uno degli appuntamenti più attesi del calendario locale.
Le varietà di peperone coltivate nel Carmagnolese appartengono a quattro ecotipi autoctoni
fenotipicamente e geneticamente distinti tra loro.
Accanto a queste varietà di pregio trovano altresì diffusione altre cultivar di diversa provenienza (a bacca quadrata e corno di bue), introdotte negli ultimi anni per fronteggiare meglio le nuove avversità del peperone.
La coltura, in pieno campo o sotto tunnel, produce i primi frutti nel mese di luglio, per concludere la stagione in ottobre.
Il peperone, pianta esotica di origine probabilmente sudamericana, venne introdotto in Europa nel secolo XVI e si diffuse rapidamente nelle regioni a clima temperato. All’inizio del secolo scorso, la specie trovò nel Carmagnolese un ambiente pedoclimatico particolare; vennero selezionate varietà autoctone e si ebbe una produzione di elevata qualità che assunse, col tempo, un carattere industriale.
Commercializzato in tutta Italia ed esportato all’estero, il tipico Peperone di Carmagnola è da decenni il vanto dell’economia agricola locale. Nonostante la tendenza negativa negli ultimi anni, che ha fatto registrare un decremento delle superfici investite ed un conseguente calo della produzione, rimane ancora oggi il prodotto trainante nello sviluppo del settore orticolo dell’intera zona.
[foto copertina @Framarzo – Shutterstock.com/solo uso editoriale]
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