Il Piemonte è una regione ricchissima di ricette appartenenti alla tradizione popolare che con il tempo sono poi diventate celebri in tutt’Italia. Tra le specialità da non perdere i formaggi giocano un ruolo fondamentale. Proprio in Piemonte infatti nascono moltissimi formaggi tra i più prelibati e apprezzati in Italia, ma anche in tutto il mondo. Basta considerare che il Piemonte produce il 9% del latte italiano. Scopriamo quindi quali sono i migliori formaggi piemontesi, la loro storia e gli abbinamenti perfetti per gustarli al meglio. Tutti i formaggi descritti sono delle DOP piemontesi.
Il territorio di produzione è quello della Val Grana. La DOC di questo formaggio risale al 1982 mentre la DOP è stata riconosciuta nel 1996. Oggi viene messo in commercio spesso un Castelmagno troppo giovane e non erborinato ma il gusto pieno di questo formaggi si riesce ad apprezzare solo con un affinamento di almeno sei mesi. Il latte utilizzato è quello vaccino con aggiunta di latte ovino e caprino con percentuali che vanno da un minimo del 5% a un massimo del 20%. Sono due le tipologie di Castel Magno distinti dal colore delle etichette. Il “Castelmagno prodotto della Montagna” si riconosce per l’etichetta blu che indica l’area di produzione nel territorio montano mentre il “Castelmagno di Alpeggio” caratterizzato dall’etichetta verde indica l’area di produzione a una quota superiore ai 1.000 metri.
Siamo nella zona dell‘Alta Langa, qui si produce un formaggio fresco a latte crudo di pecora, una razza autoctona delle Langhe. Questo tipo di latte viene usato sia in purezza sia con l’aggiunta di latte vaccino fino al 40%. La famiglia è la stessa della toma e della robiola, come formaggio è molto grasso, morbido e di breve stagionatura. La crosta esterna varia dal bianco, nelle forme più fresche mentre di colore giallo in quelle più stagionate. La forma è cilindrica con un diametro che va da 10 a 15 cm ed un peso che va dai 250 ai 400 grammi. Il minimo di stagionatura è di 4 giorni.
Parliamo di formaggio pressato, semigrasso e con pasta semidura e compatta di colore bianco avorio quando poco stagionato e giallo quando più stagionato. Il latte utilizzato è quello vaccino e in alcuni casi si aggiunge il latte di pecora o di capra ma in quantità basse. Per essere il vero Raschera deve essere stagionato in provincia di Cuneo, prende il nome dall’Alpe Raschera presso il Monte Mongioie. Ci sono due tipologie di questo formaggio, quella d’alpeggio tipica di una zona che comprende 8 comuni specifici e quella prodotta e stagionata in tutta la provincia di Cuneo.
Probabilmente uno dei più noti e diffusi in Nord Italia, un prodotto che viene realizzato in una vasta area del Piemonte, le province interessate sono Novara, Vercelli, Biella, Torino, Cuneo, Verbania Cusio Ossola e parte delle province di Asti e Alessandria. La toma è caratterizzata da una pasta semi dura e stagionatura che va da un minimo di 20 a un massimo di 45 giorni, anche se si arriva a 60 giorni per le pezzature più grandi e una consistenza che varia da compatta a granulosa, il Castelmagno è perfetto da gustare con il pane fresco o di seguito a un pasto.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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