Sotto i portici di Piazza Castello c’è il locale storico dove nacque il tramezzino: tra le sue sale raffinate si torna all’800

Antonia Festa  | 24 Giu 2025

Nell’elegante Piazza Castello, accanto alla Galleria Subalpina, si trova uno dei principali caffè storici di Torino: il Caffè Mulassano. Dal 1907 il locale è uno dei simboli dell’ex capitale d’Italia e tappa fissa di coloro che amano immergersi in un ambiente sofisticato e affascinante, fatto di pareti rivestite in legno scuro, soffitti addobbati con affreschi e un maestoso bancone in marmo. Ma questo luogo è noto anche per la creazione di uno dei panini più apprezzati: il tramezzino.

Caffè Mulassano a Torino: la storia dell’iconico locale che conquistò l’elite torinese con il “tramezzino”


Caffè Mulassano a Torino: la storia dell’iconico locale che conquistò l’elite torinese con il “tramezzino” [foto @pio3/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

Il Caffè Mulassano è il locale perfetto per chi desidera trascorrere qualche ora in ambiente magico, in cui convivono passato e presente, circondati da storia e cultura. Le origini di questo straordinario posto risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, quando Amilcare Mulassano decise di inaugurare una bottiglieria in via Nizza n. 3. Nel 1907, poi, ci fu l’evoluzione in caffè e il trasferimento in Piazza Castello.

Ma l’epoca d’oro del locale iniziò quando fu venduto, per 300.000 lire, ai coniugi Onorino e Angela Nebiolo, ritornati in città nel 1925 dopo un lungo soggiorno a Detroit. Fu proprio la donna, dallo spiccato spirito imprenditoriale, ad avere l’intuizione per la creazione del tramezzino; nel 1926, decise di usare il tradizionale pane morbido per i toast senza tostarlo, farcendolo con una varietà di ingredienti. Questa tipologia di pane era molto diverso da quello classico rustico piemontese, aveva una forma quadrata ben precisa ed era nato da un gesto di disprezzo, ossia dall’usanza da parte dei panettieri di servire il pane al contrario ai boia.

Nonostante i proprietari del caffè avessero portato con sé una macchina per tostare il pane dall’America, Angela capì che gli italiani cercavano sapori autentici, ma non troppo discordanti dalle tradizioni. Decise, dunque, di prendere delle fette di pancarré, privarle della crosta e creare dei quadrati perfetti di mollica, con una crema di burro e acciughe, servite con un bicchiere di vermouth. Per rendere omaggio alla lungimiranza della signora Angela, all’interno del locale c’è una targa che recita: “Nel 1926, la signora Angela Demichelis Nebiolo, inventò il tramezzino“.

Ben presto, il tramezzino divenne la specialità più amata dai clienti, che lo richiedevano non solo come aperitivo ma anche per un pranzo veloce. Oggi, presso il Caffè Mulassano è possibile assaggiare molte altre prelibatezze, dai prodotti da forno per la colazione alla cioccolata calda per merenda e al “classico” aperitivo con pizzette, salatini e rustici.

Il locale oggi: cosa resta del vecchio Caffè Mulassano?


Il locale oggi: cosa resta del vecchio Caffè Mulassano? [foto @MikeDotta/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

Grazie ai coniugi Nebiolo, il Caffè Mulassano divenne uno dei simboli di Torino, frequentato con costanza da personaggi illustri, come Gabriele D’Annunzio (che fu proprio l’ideatore del termine “tramezzino“), il comico Erminio Macario che era solito gustare il caffè guardando la gente passeggiare in piazza, gli artisti Luigi Spazzapan e Italo Cremona e lo scrittore Mario Soldati. Complice l’atmosfera accogliente e allo stesso tempo sofisticata, si impose come centro intellettuale, ritrovo per attori, scrittori, poeti e artisti.

Nel 1938, i coniugi Nebiolo decisero di vendere il locale che, durante la Seconda Guerra Mondiale, subì, purtroppo, un lungo periodo di crisi. Fu solo negli anni ’70 che iniziò il restauro finanziato da Antonio Chessa, che riportò in vita il Caffè Mulassano. Attualmente, grazie alla direzione della nipote Vanna Chessa e di Patrizio Abrate, il caffè è tornato a essere un punto di riferimento per i torinesi e fa parte dei “Negozi e locali storici di Torino” e dei “Locali Storici d’Italia“.

[foto copertina @Joost Adriaanse/Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

Antonia Festa
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