In questo piatto di pesce le vongole non ci sono: sono ‘fujute’, e lo diceva anche Eduardo

Marianna Di Pilla  | 28 Apr 2024
Spaghetti alle vongole fujute, storia e curiosità

Quando si parla di spaghetti alle vongole, o spaghetti a vongola come li chiamano a Napoli, ci si sente subito trasportanti in un ristorante di pesce in riva al mare. Sembra già di sentire il profumo inconfondibile di uno dei primi piatti più iconici della cucina marinara italiana, ottimo in ogni occasione e che si prepara in poche semplici mosse (ma con ingredienti di qualità).

È semplice trovare estimatori e conoscitori degli spaghetti alle vongole, mentre saranno di sicuro molti meno quelli che conoscono gli spaghetti alle vongole fujute. Un piatto che appartiene alla cucina povera napoletana, e che nella tradizione partenopea affonda le sue radici.

1 Spaghetti alle vongole fujute, dove le vongole scappano

In un piatto di spaghetti alle vongole fujute, anche a cercarle bene le vongole non si potrebbero trovare facilmente. Questo semplicemente perchè in questa preparazione, nonostante il nome, le vongole non ci sono. Sono fujute, termine napoletano che significa scappate.

Le vongole non ci sono esattamente come non c’erano all’epoca in cui questi spaghetti sfamavano le famiglie meno abbienti di Napoli. L’arte di arrangiarsi tipica dei napoletani si traduce in un piatto che nel nome ricorda quello che mangiavano le persone ricche, ma che non avevano i crostacei come nella versione originale perchè troppo costosi.

Proponendo un piatto di spaghetti alle vongole fujute ci si poteva ricordare dei più lussuosi e costosi piatti di pesce, senza però spendere un centesimo.

2 Spaghetti alle vongole fujute, la pasta di Eduardo

Gli spaghetti alle vongole fujute non sono solo una ricetta della tradizione, ma un piatto diventato leggendario e iconico. Probabilmente perchè strettamente legato alla figura di uno dei maggiori geni del teatro napoletano e italiano, Eduardo De Filippo.

A Napoli si narra che fu proprio Eduardo De Filippo a preparare questo piatto per la prima volta una sera del 1947. Dopo una sua rappresentazione teatrale, si racconta di come fosse così stanco da non avere voglia di andare come sempre a cena fuori con Titina e Peppino. Rientrato a casa e preso dalla voglia di un piatto di spaghetti alle vongole, notò però che il frigo era vuoto. Di certo non c’erano gli agognati molluschi necessari per la realizzazione della ricetta originale.

Senza perdersi d’animo utilizzò i pochi ingredienti che aveva a disposizione, creando una ricetta rimasta nella storia. Eduardo De Filippo ha peraltro impresso procedimento e lista degli ingredienti degli spaghetti alle vongole fujute è stato da lui impresso anche tra le pagine di “Si cucine cumme vogl’ì”. Si tratta di una raccolta di versi su pietanze e ricette pubblicata postuma, ancora oggi considerato un testo poetico gastronomico senza eguali.

Marianna Di Pilla
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